Appalti

Toninelli in aiuto degli appalti di Roma: a fare le gare sarà il Provveditorato

di Massimo Frontera

Il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli vola in soccorso della sindaca di Roma, Virginia Raggi, per cercare di superare la paralisi degli appalti. Venerdì scorso il Mit ha annunciato un accordo con Roma Capitale che - spiega un comunicato - consentirà a quest’ultima di delegare al Provveditorato alle opere pubbliche del Lazio le «funzioni di stazione appaltante e centrale di committenza per Roma Capitale, così da accelerare l'avvio di lavori importantissimi e inderogabili ed evitare le lungaggini amministrative e burocratiche che da troppi anni hanno, di fatto, bloccato la Capitale». «Il team messo in campo dal Provveditorato - prosegue la nota - gestirà integralmente la realizzazione delle opere, dalla progettazione alla direzione lavori fino alla consegna degli interventi realizzati».

La situazione nella Capitale ha superato da tempo il livello di guardia per vari motivi, uno dei quali è la indisponibilità dei funzionari capitolini a ricoprire il ruolo di commissari di gara (per evitare di dover prendere decisioni discrezionali sugli affidamenti), bloccando lavori di riqualificazione e manutenzione stradale. La tragica condizione delle strade capitoline ha partorito anche l’idea di utilizzare il genio civile dell’esercito, soluzione che sembra in parte rientrata, anche se nella legge di Bilancio la norma ad hoc è rimasta (articolo 1, comma 933). Venerdì scorso, infine, è arrivata la soluzione istituzionale: sarà il ministero delle Infrastrutture, attraverso il provveditorato alle opere pubbliche, ad aiutare l’amministrazione di Roma Capitale sulle procedure di affidamento degli appalti.

Quali procedure? In che tempi? Con quali soldi? E, soprattutto, su quali appalti: quelli nuovi o anche quelli già banditi e ancora non aggiudicati? Peraltro, su questo specifico accordo, diversamente dal passato, non è previsto alcun ruolo dell’Anac (anche se resta in piedi sia l’accordo di vigilanza collaborativa, già stipulato, sia la collaborazione specifica, tutt’ora in corso, sui bandi per il Giubileo).

La convenzione attuativa, per lavori e servizi di ingegneria
Il Mit spiega che il primo passo sarà quello di sottoscrivere una convenzione, che non è stata ancora né firmata, né definita nel dettaglio e alla quale si lavorerà a partire da questa settimana. «Sarà una convenzione quadro - spiega il provveditore alle opere pubbliche di Lazio, Abruzzo e Sardegna, Federico Vittorio Rapisarda - sarà cioè generale, con la possibilità, da parte del comune di Roma, di attivarla ogni volta lo riterrà, delegando al Provveditorato, per ciascun intervento, una o più funzioni di stazione appaltante». In altre parole, spiegano al Mit, il Provveditorato interviene attraverso una sorta di lettera di incarico in cui viene autorizzato, e allo stesso tempo invitato, a svolgere, per esempio, le funzioni di stazione appaltante, di direttore dei lavori e/o di collaudatore. La durata della convenzione non è stata ancora definita: «nei prossimi giorni - spiega il Provveditore - definiremo la durata». Ma non è escluso che possa restare aperta, cioè senza termine di scadenza. Di certo, non sarà limitata ai lavori. «La convenzione - precisa infatti Rapisarda - riguarderà i lavori con possibilità di estensione anche ai servizi di ingegneria».

Sugli appalti già banditi, la procedura sarà completata dal Comune
«Il Provveditorato - è sempre Rapisarda che parla - non conosce ancora quali saranno i primi appalti» per i quali sarà chiamato a occuparsi. Dalle prime spiegazioni che filtrano dal Mit l’accordo riguarderà sicuramente tutti i nuovi appalti da bandire. Non è ancora del tutto chiaro se invece potrà essere esteso “retroattivamente” anche alle tante gare bandite e con offerte presentate, ma non ancora aggiudicate a causa della difficoltà - come si diceva prima - di comporre le commissioni giudicatrici. Dal Mit spiegano che, al momento, l’intesa prevede che sulle gare già bandite sia il Comune a completare la procedura. Tuttavia, aggiungono al Mit, questa netta delimitazione non è stata ancora messa nero su bianco.

Gli appalti nella Capitale: 230 milioni di lavori bloccati
Le buche sulle strade, oltre a essere un validissimo indicatore di incuria e incapacità amministrativa, sono solo la punta dell’iceberg. L’Acer, l’associazione dei costruttori romani aderente all’Ance, ha messo in fila una serie lunga così di gare ferme oppure annunciate e mai bandite, oppure ancora bandite e aggiudicate ma con lavori mai partiti. In cima alla lista c’è la gara da 80 milioni di euro in 12 lotti per la manutenzione della grande viabilità capitolina: la gara è di due anni fa, i lavori sono stati aggiudicati solo recentemente e i cantieri non si vedono ancora. L’Acer segnala poi un vero e proprio “fossile”: l’appalto per realizzare il programma di housing sociale F555 a Pietralata da 60 milioni, bandito nel 2011. Risale addirittura al marzo 2009 la gara da 2,5 milioni di euro per il raddoppio della Tiburtina (tra Via Cervara e Via Tivoli), anche questa scomparsa dai radar. Passando dalla periferia al centro storico la situazione non cambia: nell’ottobre del 2016 il Comune ha mandato in gara, nell’ambito delle opere per il Giubileo, la riqualificazione di Piazza Venezia e Piazza Aracoeli. Una gara da 4,5 milioni di euro con offerte presentate ma non ancora aggiudicata.

Rebecchini (Acer): l’accordo? Una buona notizia “auspicata”
L’intesa romana con il provveditorato è una «sorpresa auspicata da tempo». «Mi auguro che questa soluzione possa essere applicata in primissima battuta alla conclusione degli iter delle gare non ancora concluse, al fine di poter avviare i cantieri». Il presidente dei costruttori romani Nicolò Rebecchini accoglie con soddisfazione la novità ufficializzata lo scorso venerdì da Mit, ma spera che lo strumento venga utilizzato a partire dalle emergenze aperte, non solo su quelle prossime venture. «Ci auguriamo - ribadisce - che questo protocollo con il provveditorato metta in condizione l’amministrazione di sbloccare queste procedure, supportandola con le commissioni di gara e le commissioni di collaudo e in generale con tutta la parte di natura tecnico-professionale necessaria a concludere le gare e aprire i cantieri». «Mi auguro proprio - ribadisce il presidente dei costruttori romani - che si parta da lì: dalle gare che non sono state completate dalle commissioni dell’amministrazione comunale». «Naturalmente - aggiunge Rebecchini - mi auguro anche che l’amministrazione riprenda in mano la situazione e torni quanto prima a gestire direttamente le procedure».

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