Appalti

Investimenti, nel 2019 2,4 miliardi in meno ai due «Fondoni» ma subito 3,1 miliardi agli enti locali

di Alessandro Arona

Nella versione finale della legge di Bilancio 2019 (testi, guida completa) i due nuovi Fondi per gli investimenti perdono complessivamente 2,4 miliardi di euro per l’annualità 2019 rispetto alla versione iniziale del Ddl presentato dal governo a ottobre: da 2.900 a 700 milioni il Fondo Pa centrali e da 3.000 a 2.780 mln il Fondo Pa territoriali.
Ma nel maxi-emendamento (presentato dal governo il 22 dicembre e poi confluito nel testo finale approvato dalla Camera il 30 dicembre) è comparsa una misura di immediato impatto per le opere pubbliche, i 400 mlioni di euro ai piccoli Comuni da assegnare entro il 10 gennaio prossimo e spendere a partire da maggio (commi 107-114) .
Misura che si va ad aggiungere a due innesti immediati di fondi per opere pubbliche già presenti nella versione inziale della legge: i 4,2 miliardi alle Regioni per rilanciare gli investimenti, di cui 2,5 miliardi già nel 2019 e il resto nel 2020 (commi 832-843) e i fondi alle Province per manutenzione di strade e scuole (commi 889-890), 250 milioni all’anno dal 2019 al 2033, in tutto 3,75 miliardi.

Il taglio dei due “Fondoni” resta, nel maxi-emendamento rispetto al Ddl di ottobre, -2,4 miliardi nel 2019 compensati solo dai 400 milioni per le opere dei piccoli Comuni, e altri 2.060 in meno nel 2020 e 2.545 in meno nel 2021.
Gli effetti di queste riduzioni si valuteranno però nel medio-lungo periodo, anche perché per il 2019 sono stati già assegnati con il Fondo comma 140 “Renzi-Gentiloni” 4.579 milioni di euro per gli investimenti, ancora tutti da spendere, a cui si aggiungeranno comunque 740 milioni del nuovo fondo Pa centrali, da assegnare con Dpcm entro il 31 gennaio prossimo, e 2.780 mln con il Fondo Pa territoriali, da assegnare con Dpcm entro il 10 marzo 2019.
Dunque, tra Fondo Renzi e i due nuovi fondi nel 2019 ci sono 8.099 milioni per investimenti dello Stato e degli enti locali.

Questi fondi mantengono la caratteristica della doppia fase di assegnazione, prima il Dpcm (doppia fase approvativa con parere parlamentare) e poi i decreti attuativi ministeriali o degli enti assegnatari (nel nuovo fondo Pa territoriali).

Le tre misure citate prima (piccoli Comuni, investimenti Regioni, strade-scuole province) hanno invece la caratteristica di essere assegnati “per le vie brevi”, con semplici ripartizioni agli enti assegnatari sulla base di parametri di divisione dei fondi, senza perdere tempo nella programmazione o nella selezione di interventi e progetti (per i dettagli si veda la GUIDA). .

Il fondo investimenti piccoli Comuni viene assegnati con Dm del Ministro dell’Interno entro il 10 gennaio prossimo, per poi cominciare a spendere (inizio lavori) dal 10 maggio, con affidamento diretto degli appalti (norma derogatoria del Codice, comma 912, “fatta apposta” per questa misura).
Le risorse per gli investimenti delle Regioni, 2,5 miliardi nel 2019 e 1.746 nel 2020, sono già ripartiti con tabella allegata al Bilancio, e se non ci sarà una modifica in Conferenza Stato-Regioni saranno subito operativi da febbraio prossimo. Le Regioni dovranno subito utilizzarli, e deliberarne l’impegno entro luglio di ciascun anno, per poi certificare l’impegno nel marzo successivo con obbligazioni vincolanti.
Infine il fondo per strade e scuole per le Province, sarà subito ripartito con Dm del ministro dell’Interno entro il 20 gennaio prossimo, sulla base di semplici criteri indicati dalla legge. Un decreto per tutti i fondi, sui quali dunque le Provine potranno subito fare programmazione e forse impegni.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©