Appalti

Pagamenti Pa/2. Monito dell’Ue: vanno sempre fatti entro 30 giorni

di Giorgio Santilli

Clausole contrattuali specifiche e prassi non possono giustificare sforamenti del tetto dei 30 giorni imposto dalla Ue con la direttiva 2011/7 per i pagamenti della pubblica amministrazione e degli enti pubblici. Lo hanno ribadito gli uffici legali della commissione in un parere sulle commesse delle due maggiori stazioni appaltanti, Rete ferroviaria italiana e Anas. Il termine di 60 giorni - dice il parere - «è da intendersi come un’eccezione alla regola generale del pagamento da parte degli enti pubblici in 30 giorni per cui tale termine deve interpretarsi in modo restrittivo». Il parere era stato richiesto dall’Ance, l’associazione nazionale costruttori, che aveva denunciato pesantissimi sforamenti dei termini di pagamento dei due committenti. In particolare - rileva la commissione - «il pagamento della rata di saldo di fatto avviene non prima di 136 giorni dall’emissione del Sal (stato avanzamento lavori, ndr)» e «a nostro avviso questa circostanza appare contraria alle disposizioni della direttva 2011/7». La commissione, oltre a ricordare che è già in corso una procedura di infrazione contro l’Italia in questa materia, rileva «incongruenze con la disciplina di cui al decreto legislativo 50/2016», vale a dire il codice degli appalti. La commissione rileva inoltre che per derogare al termine imposto dalla direttiva Ue «non basta l’accordo espresso dalle parti».

Anche nel caso dell’Anas sono nel mirino capitolato speciale d’appalto e schema di contratto. La contestazione riguarda disposizioni contrattuali che prevedono «che il certificato di pagamento viene emesso 45 giorni dopo l’emissione del Sal». Rilevata anche «un’altra grave incongruenza fra il capitolato speciale di appalto e lo schema di contratto per quanto riguarda il pagamento del saldo, nella parte in cui il CSA prevede (punto 6.6) 90 giorni tra la fine del collaudo e l’emissione del certificato di pagamento da parte del Rup».

Positivo il commento dell’Ance. « Si tratta di un’indicazione importante di cui tutte le stazioni appaltanti devono tenere conto e che deve essere recepita pienamente e al più presto dal Parlamento, cogliendo l'occasione della legge di Bilancio o di quella europea in corso di approvazione», sottolinea il Presidente, Gabriele Buia. «La riduzione dei tempi di pagamento è in grado di far rientrare nelle casse delle imprese 5 miliardi di euro - sottolinea Buia - riducendo in tal modo il gap di competitività che pesa come un macigno sul nostro sistema». In caso di mancato adeguamento, l’Ance supporterà le proprie imprese «nelle azioni da intraprendere».

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