Appalti

Semplici manutenzioni affidate senza gara con l’alibi dell’urgenza: Cantone mette nel mirino l’Asl 1 di Napoli

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di Mauro Salerno

Finiscono in mano a Corte dei Conti e a Procura della Repubblica i risultati dell’indagine svolta dall’Autorità Anticorruzione su una serie di affidamenti sottosoglia svolti dall’Azienda sanitaria 1 di Napoli. Il dossier raccolto dall’Anac, sulla base di una precisa segnalazione, ha permesso di ricostruire come l’Asl abbia “forzato” le norme sulla «somma urgenza» per affidare senza gara a una stessa ditta una serie di lavori di manutenzione, che dunque, non avrebbero avuto i requisiti per far scattare le scorciatoie previste dalle norme sugli appalti per fronteggiare i danni causati da eventi imprevedibili.

Nel mirino di Cantone (delibera n.1079/2018, appena pubblicata sul sito dell’Autorità) sono finiti ben dieci affidamenti diretti assegnati dall’Asl con la formula della «somma urgenza», per un totale di 1,6 milioni. Analizzando gli appalti caso per caso, l’ufficio di Vigilanza dell’Autorità ha messo in evidenza come ad essere giudicati come lavori urgenti erano nella maggioranza dei casi semplici interventi di manutenzione degli immobili, come il rifacimento di cornicioni e facciate o l’impermeabilizzazione di terrazzi.

Sul punto l’Anac ricorda che «l'intervento di estrema urgenza deve, per sua natura, riguardare l'intervento di messa in sicurezza del bene immobile oggetto di intervento al fine di evitare rischi e deve, dunque, consistere nell'eliminazione dell'imminente pregiudizio, e non può, invece, coinvolgere l'esecuzione di interventi ordinariamente volti ad eliminare il degrado dello stesso che, in quanto implicanti interventi di mera manutenzione, non potranno che essere affidati con le usuali procedure ad evidenza pubblica».

Insieme all’”alibi” dei lavori spacciati come urgenti l’Anac contesta all’Asl anche la sottovalutazione dell’importo dei lavori in fase di affidamento. Con la conseguenza che a consuntivo le spese risultavano sempre maggiori di quanto preventivato.

Le norme che disciplinano i lavori in economia, rileva Cantone, stabiliscono che «ove la somma presunta si riveli insufficiente durante l'esecuzione dei medesimi lavori, il responsabile del procedimento presenti una perizia suppletiva per chiedere l'autorizzazione sulla eccedenza di spesa». Dagli atti trasmessi dall’Asl, si legge ancora nella delibera «risulterebbe invece che, per giustificare gli aumenti, la S.A. si sia limitata - peraltro, solo in alcuni casi - a redigere un computo metrico a consuntivo e, pur rilevando l'aumento rispetto a quanto preventivato, non ha mai fornito alcuna giustificazione circa l'incremento, come invece avrebbe dovuto».

La «prassi» di valutare «costantemente in modo errato le valutazioni attinenti all’importo dei lavori da farsi» ha fatto sì che in alcuni casi la spesa abbia superato il tetto dei 150mila euro. Soglia oltre la quale l’appalto deve essere affidato per forza a imprese qualificate, mentre, fa notare Cantone, la ditta scelta dall’Asl, nei casi contestati, era priva delle attestazioni Soa. Dunque non avrebbe mai potuto vedersi attribuire quelle commesse.

La delibera firmata da Cantone

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