Appalti

Crisi costruttori, altri due mesi per il piano di Astaldi. Condotte: liquidità entro Natale

di Alessandro Arona

Astaldi ha presentato il 12 dicembre al Tribunale di Roma, tre giorni prima della scadenza, la richiesta di proroga del termine per la presentazione della proposta definitiva di concordato preventivo in continuità, comprensiva del piano di ristrutturazione del debito e di rilancio della società. Dopo la proroga, che da prassi il Tribunale dovrebbe senz’altro concedere, la nuova scadenza dovrebbe essere il 14 febbraio.

CONDOTTE, INCONTRO AL MISE
Intanto gli amministratori straordinari di Condotte, dopo l’ok della Commissione Ue alla garanzia sul prestito ponte, vuole “passare alla cassa” entro Natale, con il contratto per la linea di credito da 190 milioni di euro. Ma le banche frenano, facendo capire che non esistono automatismi e i meccanismi contrattuali vanno verificati punto per punto e il lavoro potrebbe non essere breve.
Nei prossimi giorni dovrebbero essere formalizzati i due decreti ministeriali del Mise e del Mef, ma al tavolo di ieri al Mise si è parlato di pochi giorni. L’obiettivo degli amministratori straordinari Giovanni Bruno, Matteo Uggetti, Alberto Dello Strologo, è di arrivare alla concessione del prestito nel giro di un paio di incontri, prima di Natale.
A quel punto, già dall’ultima settimana dell’anno, Condotte potrebbe essere in grado di firmare contratti congelati da mesi e riavviare lavori fermi da un anno. L’ok di Toninelli al Terzo Valico, fra l’altro, vale per Condotte la conferma della validità di una commessa che per la società vale un miliardo di euro di valore residuo.
Gli amministratori hanno poi spiegato ai sindacato che sono in fase di pubblicazione gli avvisi pubblici per la vendita di alcuni asset aziendali (dovrebbero esserci le società controllate Inso, Cossi, e Condotte America, oltre ad alcuni immobili di pregio e una società agricola).


DUE OFFERTE NON VINCOLANTI PER ASTALDI
La settimana scorsa, ai commissari della procedura di concordato «in bianco» di Astaldi — Stefano Ambrosini, Vincenzo Ioffredi e Francesco Rocchi — sono arrivate due proposte per l’apporto di capitale e il controllo della società.
Una proposta è quella di Salini Impregilo, che ha 5 progetti in comune con Astaldi — dalla linea 4 della Metro di Milano, all'Alta velocità ferroviaria Verona-Padova; dalla Strada statale 106 Jonica, all'Alta capacità ferroviaria Napoli-Foggia-Bari, fino al tratto ferroviario Bicocca-Catenanuova in Sicilia della Messina-Catania-Palermo — che complessivamente occupano al momento 6 mila persone. La proposta di Salini sarebbe in realtà per la sola parte costruzioni del gruppo Astaldi, per una acquisizione al 100%, mentre per la parte concessioni verrebbe creata una newco con l’obiettivo poi di cederla a terzi. Ma non esistono conferme ufficiali di questa offerta “sodppiata”.

L'altra proposta è di Ihi corporation, gruppo giapponese con un fatturato consolidato di circa 12 miliardi di euro e una significativa presenza nel settore delle infrastrutture (1,3 miliardi di euro). Astaldi e Ihi hanno collaborato in passato alla costruzione del Ponte Osman Gazi in Turchia, il quarto ponte sospeso più lungo del mondo, parte dell'Autostrada Gebze-Orhangazi-Izmir, come pure nell'aggiudicazione del contratto per la realizzazione del ponte sospeso sul Danubio, nell'area di Braila in Romania. Nello scorso mese di maggio, poi, Astaldi e Ihi hanno sottoscritto un accordo strategico di carattere industriale per valorizzare le rispettive competenze e potenzialità attraverso sinergie anche di natura commerciale. L’accordo prevedeva l’ingresso di IHI nel capitale di Astaldi con l’aumento di capitale in programma (poi mai fatto), ma in un ruolo minoritario. Ora invece l’appaorto di IHI sarebbe molto più consistente e con acquisizione della maggioranza, anche se verrebbe mantenuta una quota di minoranza alla famiglia Astaldi e parte del management attuale.
Probabile che l’attuale proprietà di Astaldi preferisca questa prospettiva rispetto all’essere assorbita e spacchettata dal rivale Salini, ma anche su questo non ci sono conferme.

I due mesi servono proprio ad approfondire la trattativa, anche con le banche.

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