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Fondo Investimenti, ecco le tabelle complete: scendono i fondi al Mit, tre miliardi per Salvini

di Alessandro Arona

Nel Dpcm di ripartizione della quota 2018 del Fondo Investimenti (legge di Bilancio 2017, comma 140), 35,53 miliardi di euro ripartiti dal governo e di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale con la firma di Giuseppe Conte, compare una destinazione del tutto nuova rispetto al precedente Dpcm da 46,8 miliardi di euro firmato da Paolo Gentiloni nel 2017: il «potenziamento infrastrutturale e dei mezzi per l’ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso».
In sostanza un “fondo Salvini”, a cui andranno 3,021 miliardi di euro, l’8,5% del totale. Si tratta, come per tutto il fondo Investimenti, di risorse statale spalmate in bilancio su 15 anni, ma immediatamente impegnabili, e anticipabili dal governo tramite finanziamenti di Bei o Cassa Depositi e prestiti.

Nella tabella elaborata dalla Ragioneria generale dello Stato, su richiesta delle Commissioni parlamentari, emerge un puntuale confronto dei vari capitoli di spesa.
Ad esempio emerge che i fondi per le infrastrutture (di trasporto e non solo), gestiti dal Mit, pur restando prevalenti, scendono dal 45,6% del totale al 37%, in questo Dpcm 13,2 miliardi di euro (qui la tabella completa).

Scendono poi di molto i fondi per le opere idriche (comprese fognature e depurazione), gestiti in gran parte dal ministero dell’Ambiente: solo 792 milioni nel Dpcm 2018, il 2,2% del totale, rispetto ai 2,6 miliardi del Dpcm 2017 (il 5,6%).

Scendono anche le risorse per la prevenzione del rischio sismico su edifici pubblici, dall’11,2% (5,2 miliardi) al 4,7% (1,6 miliardi).

Scendono anche i fondi per la riqualificazione delle periferie urbane, da 980 a 354 milioni, dal 2,1 all’1%.

Restano stabili i fondi le attività industriali ad alta tecnologia e sostegno all’export (dal 19,8 al 19,3%), 6,8 miliardi nel Dpcm 2018, mentre salgono leggermente le risorse per informatizzazione e digitalizzazione (dal 2,7 al 3,8%) che però passano dalla sola amministrazione giudiziaria a tutta la pubblica amministrazione.

I fondi per la ricerca restano 1,4 miliardi, salendo però in percentuale dal 3,0% al 3,9.

Oltre alla comparsa del nuovo fondo per la sicurezza (infrastrutture e mezzi), 3,02 miliardi, l’8,5% del totale), a salire in modo marcato sono i fondi per la difesa del suolo e gli interventi anti dissesto idrogeologico e bonifiche, dall’1,8 al 5,3%, da 857 milioni a 1,88 miliardi.

Sale poi l’edilizia pubblica, compresa scolastica e sanitaria, dal 12,1 al 15,8%, nel Dpcm 2018 5,6 miliardi di euro.

MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE
Si veda la tabella
Tra i 13,2 miliardi assegnati a capitoli del Ministero delle Infrastrutture, ci sono come previsto i rifinanziamenti di Rfi e Anas, ma in misura largamente inferiore a quanto le due società si aspettassero nei mesi scorsi per alimentare il loro piano di investimenti. Rfi ottiene 5,9 miliardi di euro, rispetto ai circa 10 miliardi che “dietro le quinte” i dirigenti di Rete ferroviaria dicevano di aspettarsi nel gennaio scorso, una volta approvata la legge di Bilancio che stanziava altri 36 miliardi per il fondo Investimenti.
All'Anas vanno invece 1.091 milioni, rispetto ai 3,3 miliardi che Armani e i suoi manager calcolavano nel febbraio scorso.
È anche vero che le risorse 2018 del Fondo Investimenti dovevano arrivare a inizio anno, mentre ora, arrivando a dicembre, dovrebbero essere seguite a stretto giro dalla prima erogazione del Fondo Investimenti Pa centrali (50,2 miliardi di euro in 15 anni).
Tra le altre voci spiccano gli 1,66 miliardi di euro per l'adeguamento e messa in sicurezza dell'autostrada A24/A25, e i 2,3 miliardi per il trasporto rapido di massa (si veda il servizio).

Il Ministero delle Infrastrutture fa sapere soltanto che «su Anas ed Rfi, c'è l’idea di riprogrammare risorse dei contratti di programma spostandoli, per quanto riguarda Anas, sulla viabilità cosiddetta minore e in grave crisi, vista peraltro la progressiva riclassificazione di nuove arterie che vanno sotto responsabilità Anas. E dall'altra, Rfi sta investendo di più su reti locali e regionali, accelerando elettrificazioni, raddoppi delle linee o ristrutturazioni».

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