Appalti

Imprese in crisi, sul prestito ponte per Astaldi interessi oltre 13%

di Andrea Fontana e Laura Galvagni

Le proposte di finanziamento di Fortress e di Sound Point Capital finiscono al vaglio dei commissari di Astaldi, ieri sugli scudi a Piazza Affari (+23% a 0,62 euro) in attesa di sviluppi sul fronte dei compratori. I due alternative lenders hanno recentemente presentato due differenti offerte per sostenere le immediate esigenze di cassa del gruppo infrastrutturale che sono state stimate attorno a 270 milioni, di cui una parte, circa 70 milioni, da offrire a stretto giro e l'altra nel 2019. Al momento risulta essere in pole position per aggiudicarsi il contratto Fortress, complice una presenza già consolidata in Italia e spalle leggermente più larghe del competitor. In questa fase, però, aspetto dirimente, al di là del profilo e del blasone del finanziatore, sono le condizioni a cui il denaro viene garantito. Termini che, a quanto si apprende, in entrambe le proposte sono particolarmente onerosi. Tuttavia, uno avrebbe messo sul piatto un “prezzo” inferiore all'altro.

E si tratterebbe di Sound Point. Quest'ultimo avrebbe offerto un tasso sul finanziamento, considerato anche i costi accessori, attorno al 14,1% per il primo anno (13% a due anni). Diversamente Fortress avrebbe chiesto il 16,1% (16% a due anni). Tra i due dunque ci sarebbe una differenza di due punti percentuali che su un ammontare di 270 milioni vale oltre 5 milioni di euro. In virtù anche di questo, è immaginabile che i commissari che stanno seguendo il concordato Astaldi, ossia Stefano Ambrosini, Vincenzo Ioffredi e Francesco Rocchi, si prendano del tempo per compiere un'approfondita analisi economica delle condizioni e presentare un parere con un valore più che consultivo. Il che potrebbe richiedere qualche settimana e, considerata la parentesi di Natale, è plausibile che sul finanziamento la quadra venga trovata per metà gennaio. L'obiettivo evidentemente è verificare che le condizioni proposte non vadano in alcun modo a danneggiare il ceppo creditorio. Insomma, che le offerte degli alternative lenders non presentino termini anti economici.

Nel mentre si compone e, a quanto pare di fatto si chiude, la lista dei potenziali soggetti interessati agli asset di Astaldi. Dopo l'offerta di Salini-Impregilo nei giorni scorsi è arrivata anche la manifestazione di interesse dei giapponesi di Ihi. Si tratterebbe di una proposta per ora poco dettagliata ma comunque giunta, sebbene a pochi giorni dalla proroga del concordato, sul tavolo dei commissari. Questo, almeno sulla carta, alza il livello del confronto a tutto vantaggio dei creditori. Certo, molto dipenderà da come si chiuderà infine la trattativa e se a metà febbraio entrambi i soggetti saranno ancora in corsa. Di certo, come ha fatto sapere qualche giorno fa, Salini Impregilo ha un solo obiettivo: dare ad Astaldi «una prospettiva industriale volta a preservare continuità operativa e buon esito dei contratti, nell'interesse dei lavoratori e dei clienti». Quanto a Vinci, che pure si era affacciata al dossier, al momento non sarebbe andata oltre. Sulla partita ieri si è espresso il presidente di Intesa Sanpaolo, Gian Maria Gros-Pietro: «Per noi il primo obiettivo è il mantenimento delle capacità imprenditoriali del nostro paese in tutti i settori, in particolare nel settore della costruzione di infrastrutture. Se poi questo deve avvenire attraverso dei consolidamenti

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