Appalti

Autostrade, concessionari Sias fuori da Aiscat

di R.E.

Sias, la società del gruppo Gavio che gestisce in Italia diverse concessioni autostradali (tra queste l’A4 Torino-Milano, la A21 Torino-Piacenza, l’Autostrada dei Fiori e il Traforo del Frejus) esce dall’associazione dei concessionari autostradali Aiscat. Una decisione formalizzata con una lettera, inviata ieri dall’ad Umberto Tosoni a Fabrizio Palenzona, presidente di Aiscat. «Le società concessionarie controllate dal gruppo Sias - si legge nella missiva - hanno maturato la volontà di recedere da Aiscat», una volontà che «riflette il cambiamento industriale e strategico intrapreso dal gruppo negli ultimi anni».

Questa evoluzione, spiega Tosoni, ha portato Sias «a intraprendere nuove politiche industriali che hanno puntato sulla diversificazione geografica e sulla promozione e sviluppo di progetti greenfield, sfruttando le competenze interne». Un gruppo che, prosegue la lettera, è oggi «sempre più internazionale e orientato verso una logica di one company, con competenze integrate nei settori dell’Epc contractor, dell’ingegneria e della tecnologia, per rispondere in modo adeguato e rapido alla complessità dei progetti greenfield nel mondo».

Sias, spiega Tosoni, è oggi «non solo gestore di concessioni autostradali, ma player globale protagonista dell’intero ciclo di vita di una infrastruttura, con particolare attenzione al tema della sicurezza: dalla promozione al finanziamento, dalla progettazione alla costruzione, dalla gestione alla manutenzione della stessa. Diverse attività e competenze integrate - si legge - richiedono un confronto con una pluralità di stakeholder nel mondo. Il gruppo si è posto ambiziosi obiettivi, guardando al futuro in una logica integrata di attività e competenze in cui la sfida dei mercati, la competitività e la partecipazione alle gare risultano elementi centrali. Questo convincimento - conclude Tosoni - ci porta a presentare richiesta di recesso da parte delle concessionarie controllate e a valutare nei prossimi mesi l’eventuale ingresso della holding in Confindustria, ritenuta ambito associativo più naturale per i nuovi obiettivi del gruppo».

«Era una decisione attesa - ha commentato Fabrizio Palenzona -, maturata nel tempo, che spiace. Tuttavia il gruppo Sias è in una fase di concessioni già scadute o in via di scadenza, e ha rilevanti interessi nelle costruzioni greenfield. Certamente, poi, la tendenza del Governo verso un modello di concessione in house rende meno interessante il futuro del settore per i grandi investitori privati».

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©