Appalti

Ponte Genova/4. Autostrade non molla: «Pronto il progetto esecutivo, nuovo viadotto in 9 mesi»

di Alessandro Arona

La lettera inviata la sera del 15 novembre da Autostrade per l'Italia al Commissario per la ricostruzione Marco Bucci, a quello per l'emergenza Giovanni Toti e al Ministero delle Infrastrutture, nella quale l'attuale concessionaria della A10 comunica di aver completato il progetto esecutivo relativo alla demolizione e alla ricostruzione del Viadotto Polcevera, precisa - a quango apprende Radiocor Plus - che il progetto contiene tutti gli approfondimenti previsti dalle norme vigenti: analisi degli aspetti ambientali (aria, acqua e suolo), piano di gestione dei rifiuti, piano operativo della sicurezza (sia della demolizione che della ricostruzione), piano di cantierizzazione e piano degli espropri temporanei e definitivi, progetto di demolizione, progetto di ricostruzione. Nella lettera Autostrade spiega che il «progetto esecutivo conferma tutte le risultanze economiche e temporali contenute nel progetto definitivo», dunque un costo complessivo non superiore a 350 milioni di euro (compresa demolizione e rimozione macerie e indennizzi agli sfollati) e tempi di realizzazione di nove mesi. Aspi, sempre nella lettera, «si impegna formalmente a rispettare i suindicati tempi di ricostruzione del viadotto», cioè «assumendo come data di avvio dei lavori quella del 15 dicembre 2018 da Lei pubblicamente comunicata, la realizzazione dell'opera sarebbe conseguita entro la metà di settembre 2019», «prevedendo in caso di ritardo penali stimabili in circa il 10% dell'importo dei lavori per ogni mese di ritardo, ovvero circa 20 milioni di euro (superiori al tetto massimo previsto dalla legge)».

Il decreto Genova convertito in legge, all'articolo 1, esclude la possibilità di affidare i lavori di ricostruzione del Ponte ad Autostrade per l'Italia, lasciando invece al commissario la possibilità di affidargli la demolizione. Lo sa il commissario Bucci, naturalmente, e lo sa anche Aspi. La società del gruppo Atlantia, con la mossa di ieri, ha scelto di fare una sorta di pressing psicologico nei confronti delle istituzioni, spiegando che il loro progetto esecutivo è pronto, che partendo il 15 dicembre si impegnano (con penali salate) a completare entro il 15 settembre 2019. La strada alternativa in mano al commissario, per necessità, è quella indicata nel decreto 5 pubblicato il 15 novembre: un progetto di fattibilità proposto dalle imprese entro il 26 novembre e poi l'affidamento dell'appalto a un general contractor, che dovrà fare "in progress" tutte le progettazioni e i subappalti, e poi realizzare i lavori.

Un pressing speculare a quello di Alessandro Di Battista, che in un post su Facebook ha difeso il pugno chiuso di Toninelli e ha spinto il governo ad «accelerare sulla nazionalizzazione delle autostrade», per porre fine a quello che definisce un sistema che ha consentito «al Gruppo Benetton di mettere ripetutamente le mandi nelle tasche degli italiani».

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