Appalti

Obbligazioni Cmc, fondi in allarme sulla cedola non pagata

di Carlo Festa

Il mancato rimborso del bond Cmc mette in allarme i tanti investitori istituzionali possessori dell’obbligazione del gruppo delle costruzioni. La prossima scadenza per gli investitori è alla fine del cosiddetto periodo di “grazia”: si attende il 15 dicembre per l’incasso della cedola, dopo che venerdì scorso Cmc ha reso noto che «non sarà pagata puntualmente alla scadenza del 15 novembre 2018 (cioè oggi ndr) la rata di interessi in favore dei titolari del prestito obbligazionario emesso in data 16 novembre 2017». Cmc, che ha in circolazione due bond per complessivi 550 milioni, doveva pagare cedole per circa 10 milioni.

C’è dunque da dire che, al momento, ancora non si tratta di un default vero e proprio: il prospetto prevede quel periodo di “grazia” di un mese entro il quale la società può effettuare il pagamento dei 10 milioni di cedole senza finire in default. Il mese che manca sarà dunque fondamentale, per trovare una soluzione che eviti di sprofondare in questa eventualità, al termine della due diligence effettuata dagli advisor.

Lo scorso venerdì si è riunito il Consiglio di amministrazione, che ha preso atto che, «per ragioni sopravvenute e imprevedibili, riconducibili in particolare a mancati incassi di commesse e di stati di avanzamento lavori», la società sta vivendo una situazione di tensione di cassa. Al fine di trovare una soluzione finanziaria di risanamento, Il Cda ha nominato Mediobanca e lo studio Trombone come advisor finanziari, mentre lo studio del professor Andrea Zoppini e l’avvocato Fabrizio Corsini sono stati scelti come advisor legali.

L’obiettivo è «individuare, nel più breve tempo possibile, le misure necessarie al superamento in continuità aziendale della attuale situazione di difficoltà, per poi negoziare una manovra di riorganizzazione dell’esposizione finanziaria.

Ma nel frattempo sono diversi gli interrogativi che tengono in allarme gli investitori istituzionali. Dieci giorni fa la società ha infatti incassato circa 50 milioni di euro dai suoi creditori, in particolare dall’Anas. Tra i possessori dei bond ci si chiede quindi per quale motivo questa cifra non sia stata utilizzata per pagare la cedola ai bondholders.

Secondo fonti vicine alla società, questi soldi non sono entrati nella cassa dell’azienda, bensì sono stati destinati automaticamente (come previsto dai contratti di anticipazione e facilitazione del credito bancario) principalmente a rimborsare le banche e poi a pagare i fornitori. Un altro punto controverso riguarda il ruolo della Consob riguardo all’emissione. Da un punto di vista tecnico la Commissione non è competente, visto che l’emittente è in Lussemburgo. Tuttavia c’è da dire che il titolo circola sul mercato italiano, è stato emesso da un gruppo italiano come Cmc, anche se con veicolo lussemburghese, e soprattutto è posseduto quasi totalmente da istituzionali italiani, anche se c’è una parte di emissioni in mano a hedge fund. Proprio questi ultimi vengono visti però come i principali colpevoli delle speculazioni al ribasso sui bond di Cmc, con vendite allo scoperto, scommettendo sulla sua crisi e in generale sulla crisi del settore.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©