Appalti

Codice appalti, il governo scongela il Dm progettazione ma Comuni e Regioni vogliono snellimenti

di Massimo Frontera

Accelera l’iter dei due decreti attuativi del codice appalti che riguardano la progettazione: il decreto (più importante) sui livelli di progettazione, in attuazione dell’articolo 23, comma 3; e poi il decreto sulla progettazione semplificata (per lavori di manutenzione ordinaria di importo fino a 2,5 milioni di euro), in attuazione dell’articolo 23, comma 3-bis.

Il 30 ottobre scorso, dopo vari rinvii, i rappresentanti del ministero delle Infrastrutture, delle Regioni e dei Comuni si sono incontrati per un confronto tecnico sui due provvedimenti. Si è trattato del primo vero esame tecnico da quando il Mit, nel maggio scorso - per iniziativa del precedente ministro Graziano Delrio - ha definito i due schemi di decreto e ha avviato l’iter del confronto istituzionale. Con gli effetti del cambio di governo, l’iter si è praticamente fermato, anche se il ministero delle Infrastrutture ha ricevuto - in particolare sul provvedimento più importante (livelli di progettazione) - le richieste di modifica da parte del ministero dell’Ambiente (nel maggio 2018) e successivamente le osservazioni del Consiglio di Stato (a giugno 2018). Poi tutto è rimasto fermo, fino a pochi giorni fa.

Gli Enti locali e soprattutto le Regioni hanno messo nero su bianco la lista delle richieste di modifica, complessivamente volte ad alleggerire il più possibile gli adempimenti che riguardano le due principali novità legate all’attività preliminare alla progettazione, e cioè il “quadro esigenziale” e il “documento di indirizzo alla progettazione”. Novità sulle quali interviene nel dettaglio lo schema di Dm ministeriale.

Secondo i comuni, «l’intero impianto del provvedimento si caratterizza per una mole rilevante di elaborati e relazioni tecniche da dover redigere, all’interno dei tre diversi livelli di progettazione che, ad avviso di Anci, rischiano di appesantire il provvedimento». In particolare i comuni chiedono semplificazioni procedurali soprattutto per quanto attiene alla «fase di pre-programmazione». Per esempio gli enti locali chiedono che per gli interventi di importo inferiore ai 100mila euro (che in quanto tali non sono inseriti nella programmazione degli enti) non si debba approvare il “quadro esigenziale”, «purché il primo livello di progettazione sottoposto ad approvazione» contenga gli elementi da includere nel quadro esigenziale.
LE PROPOSTE DI MODIFICA ALLO SCHEMA DI DM PRESENTATE DALL’ANCI

Snellimenti richiesti anche dalle Regioni, le quali hanno consegnato al Mit un documento più articolato che riporta le numerose richieste di integrazione e modifica elaborate da Itaca, cioè l’organo tecnico degli enti territoriali. Anche in questo caso si punta il dito sul “quadro esigenziale” «La presenza del quadro esigenziale - dicono le Regioni - quale documento necessario per l’avvio della progettazione è comunque un appesantimento nell’iter di avvio della realizzazione di un’opera; tenendo conto che comunque le amministrazioni devono attuare pianificazioni settoriali si propone la definizione dei suoi contenuti in coerenza con quanto già previsto lì».
LE PROPOSTE DI MODIFICA ALLO SCHEMA DI DM PRESENTATE DALLE REGIONI

Come si diceva, già nel maggio scorso, anche il Consiglio di Stato aveva esaminato lo schema di decreto del Mit e aveva dato una valutazione complessivamente positiva, suggerendo alcune modifiche al testo.
LE OSSERVAZIONI DEL CONSIGLIO DI STATO AL DM SUI LIVELLI DI PROGETTAZIONE

La discussione tecnica non si è esaurita. I documenti presentati da Regioni e Comuni, vanno infatti considerati un «contributo istruttorio» e sono «da ritenere ancora parziali e non definitivi». Il lavoro ora prosegue presso il ministero delle Infrastrutture, presso un tavolo tecnico ad hoc chiesto dalle Regioni, per discutere anche lo schema di Dm sulla progettazione semplificata.

Le modifiche chieste dall’Anci al Dm sui livelli di progettazione

Le modifiche del Consiglio di Stato al Dm sui livelli di progettazione

Il Dm sui livelli di progettazione con le modifiche chieste dalle Regioni

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