Appalti

Opere pubbliche, task force al Mef e centrale di progetti per gli investimenti

di Alessandro Arona e Mauro Salerno

Una manovra a “tenaglia” per provare a rilanciare gli investimenti pubblici. Con una task force di esperti da insediare presso il ministero dell’Economia e una centrale di progettazione per le opere pubbliche da far nascere in seno all’Agenzia del Demanio. È quello che prevede la bozza della legge di bilancio per provare a “stappare” l’imbuto che frena la spesa per investimenti, trasformando gli stanziamenti di risorse, peraltro cresciuti negli ultimi anni, in cantieri produttivi di fatture per avanzamento lavori.

Insieme a queste misure la bozza, probabilmente destinata a subire ulteriori ritocchi nei prossimi giorni, prevede la proroga dei bonus per efficiena energetica e ristrutturazioni e nuovi fondi per opere pubbliche.

Task force per gli investimenti
Una task force per rilanciare gli investimenti pubblici e sostenere la crescita «economica, sociale e territoriale del Paese». La bozza della legge di bilancio la colloca alle dipendenze del ministero dell'Economia. La «struttura di missione» sarà dotata di uno staff di 30 persone «dotate di alta professionalità tecnica, anche esterne alla Pubblica Amministrazione». Il coordinatore della struttura dovrà essere un esperto in materia di investimenti pubblici e sarà nominato con decreto del ministro dell'Economia. L'incarico, si precisa nella bozza, dovrà essere svolto «a titolo gratuito».

Opere pubbliche, arriva la Centrale di progettazione
Colmare le storiche lacune progettuali che sono il primo motivo di ritardo degli investimenti pubblici. È l'obiettivo della «Centrale di progettazione» che la bozza della legge di bilancio intende far nascere dal primo gennaio 2019 presso l'Agenzia del Demanio. La centrale, sulla base di apposite convenzioni, dovrà occuparsi della progettazione delle opere pubbliche su richiesta di amministrazioni centrali e enti locali. Insieme al ruolo di progettista la centrale potrà offrire anche servizi di direzione lavori, collaudo e coordinamento della sicurezza. Inoltre, la centrale potrà svolgere anche il ruolo di stazione appaltante per l'assegnazione di incarichi di architettura e ingegneria e di valutazione dei progetti già in possesso degli enti interessati alla realizzazione delle opere.
Per dare corpo alla centrale di progettazione la bozza delle legge di bilancio autorizza l'Agenzia del Demanio ad assumere 500 persone a tempo indeterminato. Si tratterà in prevalenza di ingegneri, visto che almeno il 70% dei nuovi arrivi dovrà avere un profilo tecnico. In fase di avvio, si legge nella bozza, l'Agenzia potrà assumere fino a un massimo di 100 addetti attraverso la selezione di personale già dipendente delle amministrazioni pubbliche, anche attraverso formule di distacco. Nella bozza non sono indicati i costi di funzionamento della nuova struttura.

Proroga bonus su efficienza energetica e recupero
Ci sarà ancora un anno di tempo per aumentare l'efficienza energetica delle abitazioni con la benedizione del Fisco. La bozza della legge di Bilancio conferma l'ecobonus, con le percentuali già in vigore, fino al 31 gennaio 2019. Resta anche lo sconto ridotto al 50% per la sostituzione di finestre e infissi, schermature solari e caldaie a condensazione capaci di garantire rendimenti da classe A. Prorogato di un anno anche il bonus del 65% per gli interventi sulle parti comuni dei condomini e le detrazioni per l'acquisto e la posa in opera di schermature solari (spesa massima 60mila euro) e micro-cogeneratori in sostituzione di impianti esistenti (spesa massima 100mila euro).
Con la manovra arriva anche la proroga di un anno per il bonus fiscale del 50% delle spese di ristrutturazione edilizia. Gli interventi agevolati, per un ammontare massimo di 96mila euro per unità immobiliare, sono ammessi fino al 31 dicembre 2019. Confermati anche il bonus mobili (e grandi elettrodomestici in classe A) fino al 50% della spesa legata all'acquisto di arredi dell'immobile oggetto della ristrutturazione. Ok per tutto il 2019 anche al cosiddetto bonus giardini, con sconto fiscale del 36% delle spese per la sistemazione del verde di terrazzi, coperture e giardini pensili fino a un massimo di cinquemila euro.

Fondi per investimenti
La legge di Bilancio 2019 (nella bozza in circolazione) prevede la costituzione di due fondi per il rilancio degli investimenti pubblici, uno per le amministrazioni centrali e uno per le amministrazioni territoriali (Regioni, Province, Comuni). Le risorse complessive assegnate sarebbero rilevanti: nel 2019 in tutto 5,8 miliardi (2,8 miliardi per il fondo Pa centrali e 3,0 mld per quello delle Pa territoriali), nel 2020 6,4 miliardi (tre miliardi più 3,4), nel 2021 6,5 mld (3,5 e due miliardi). In quindici anni, dal 2019 al 2033, si tratta di 51,3 miliardi per il fondo Pa centrali e 47,35 per le Pa territoriali, ma le cifre sono la parte più incerta di questi fondi, perché la bozza di Ddl di Bilancio, nonostante si tratti di un testo formalmente approvato dal Consiglio dei ministri il 15 ottobre scorso, è ancora privo di norme di copertura finanziaria.
L'altro punto non chiaro è in che misura questi fondi vadano a riutilizzare le risorse già in bilancio per il Fondo Investimenti Renzi-Gentiloni (comma 140 legge di Bilancio 2017): sicuramente per la parte 2018 non ancora distribuita, pari a 38 miliardi di euro, ma forse anche per una quota del Dpcm 2017 da 46 miliardi, relativa a risorse non ancora operativamente trasferite ai soggetti beneficiari con decreti ministeriali. Al momento dunque, ammesso che le cifre restino queste, non è possibile capire quanta parte di questi 98 miliardi di euro in 15 anni sia aggiuntiva e quanta invece sia un riutilizzo di fondi esistenti.
Il meccanismo di attribuzione dei fondi sarebbe simile a quello del fondo Gentiloni, cioè risorse in 15 anni, anticipabili tramite Bei o CdP, da attribuire con Dpcm. La bozza di Ddl di Bilancio stabilisce ovviamente l'obbligo di intesa per i Dpcm del fondo Pa territoriali e per i Dpcm Pa centrali quando riguardano interventi in materie di competenza regionale.
Altra particolarità, sempre nella bozza, è che il Fondo Pa centrali parli genericamente di “investimenti pubblici”, mentre il secondo sarebbe solo relativo a infrastrutture (in particolare edilizia pubblica, strade, dissesto idrogeologico, trasporto pubblico locale).

Manutenzione strade provinciali
Arrivano alle Province 250 milioni di euro all'anno (per 15 anni) per la manutenzione di strade e scuole (lo prevede sempre la bozza di Ddl Bilancio di cui sopra). Il finanziamento sarà a valere sul neonato Fondo per gli investimenti degli enti territoriali.
Il contributo annuale alle Province, in tutto 3.750 milioni in 15 anni, dovrà servire a finanziare “piani di sicurezza triennali” per le manutenzioni (non è specificato se ordinarie o straordinarie, dunque dovrebbero essere entrambe). Per la manutenzione straordinaria delle strade è attualmente finanziato un fondo Delrio di 300 milioni all'anno dal 2019 al 2022, a cui le nuove risorse dovrebbero aggiungersi.
L'allarme sullo stato precario delle strade provinciali, e sulla mancanza di fondi, era venuto il 3 ottobre scorso dall'Upi: l'Unione Province italiane aveva calcolato che fossero necessari almeno 250 milioni di euro in più all'anno per la manutenzione straordinaria di strade e scuole, e 280 milioni per la manutenzione ordinaria; e oltre a questo circa tre miliardi di euro per le “emergenze” ponti e viadotti, un piano straordinario da finanziare ad hoc, fatto di 730 milioni di euro per 1.918 interventi urgenti in priorità 1, 1,7 miliardi di euro per opere pluriennali di priorità 2 e 3 sulle stesse 5.931 opere monitorate, e infine 566 milioni di euro per rilievi tecnici su infrastrutture non ancora monitorate.

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