Appalti

Costruttori contro la stretta sui subappalti illeciti: «Rischio di penalizzare le imprese in regola»

di Mauro Salerno

C’è il pericolo di penalizzare anche le imprese oneste. Con questa motivazione i costruttori bocciano la norma del Dl sicurezza che inasprisce le pene per le imprese che affidano e ricevono un subappalto non autorizzato. Per l’Ance, sentita ieri in audizione al Senato, la stretta decisa dal Dl sicurezza (da 1 a 5 anni di reclusione rispetto all’arresto da sei mesi a un anno) potrebbe andare a cozzare contro le difficoltà di interpretazione delle norme che regolano i subappalti, rischiando di «mettere in difficoltà gli appaltatori onesti».

Secondo i costruttori i problemi nascono dalle difficoltà di interpretazione delle regole che disciplinano i subaffidamenti e che spesso portano le stazioni appaltanti a confondere i casi in cui è necessaria l’autorizzazione (subappalti di lavori, oppure forniture con pose in opera e noleggi oltre certi limiti di importo e utilizzo di manodopera) con quelli in cui è sufficiente la semplice comunicazione.

Positiva invece la valutazione sulla scelta di estendere ai prefetti la notifica preliminare di avvio dei cantieri. Anzi la proposta dei costruttori è quella di allargare ulteriormente la platea dei destinatari della comunicazione includendo anche le Casse edili e notificando non solo l’inizio delle attività ma anche gli aggiornamenti durante l’esecuzione. «Entrambe le proposte - spiega l’Ance - , se recepite, garantirebbero una più attenta verifica delle condizioni di regolarità delle imprese, soprattutto in sede di attestazione della regolarità contributiva, con la possibilità di costituire una banca dati, aggiornata, di settore, anche ai fini di una migliore programmazione della attività ispettiva».

In mattinata l’Ance era stata sentita anche sul Ddl anticorruzione, che introduce il cosiddetto Daspo per i corrotti e la confisca dei beni «senza condanna» . Punti sui quali i costruttori hanno espresso le proprie perplessità, giudicando le sanzioni «sproporzionate» rispetto agli obiettivi, con il rischio di «compromettere definitivamente la ripresa dell’attività imprenditoriale».

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