Appalti

Bando periferie, 56 città su 96 potrebbero avviare i lavori con risorse proprie

di Massimo Frontera

Dura ancora il braccio di ferro tra il governo e gli enti locali che ha preso il via il 20 settembre dopo il mancato sblocco, da parte del premier, delle convenzioni attuative del piano periferie, e relativo finanziamento statale. Il presidente dell’Anci, ha recentemente ribadito l’indisponibilità degli enti locali a tornare ai tavoli istituzionali - principalmente la conferenza unificata e la conferenza Stato-città - in assenza di una soluzione soddisfacente alla questione.
Intanto però, l’Anci, torna sulla questione, sia pure in modo incidentale, aggiungendo alcuni elementi che riguardano le risorse con le quali sarebbe possibile realizzare, i progetti, sia pure in modo molto disomogeneo tra tutti i comuni capoluogo assegnatari dei fondi. Più precisamente, le informazioni si leggono in una nota tecnica redatta dall’Ifel (l’Istituto per la finanza e l’economia locale) dedicata alla recente circolare della Ragioneria dello Stato (n.25 del 3 ottobre 2018), contenente le indicazioni sulla “liberazione” degli avanzi di cassa dei comuni dal patto di “competenza”.

Piano periferie, gli enti che hanno soldi in cassa per realizzare i progetti
Nel commentare la circolare i tecnici dell’Anci, ribadiscono che la «sospensione del Bando periferie non trova alcuna soluzione strutturale con i maggiori margini offerti agli enti locali nell'utilizzo dei propri avanzi», sia perché l’eventuale utilizzo degli avanzi di cassa rappresenta in ogni caso «una sottrazione di risorse», sia per «l’ampia difformità della distribuzione degli avanzi» tra i vari comuni capoluogo. E qui, l’Ifel aggiunge che, in base a stime effettuate, ci sono «solo 15 capoluoghi in grado di finanziare integralmente i progetti con avanzi liberi, circa 40 non dispongono di avanzi e i restanti 41 possono in teoria far fronte solo parzialmente agli oneri previsti dai progetti».
La nota dell’Anci chiude ribadendo pertanto che è «quanto mai necessario che il Governo dia seguito all'impegno assunto qualche settimana fa per un intervento di chiarificazione, anche normativa, che confermi gli impegni presi con le convenzioni a suo tempo sottoscritte e permetta a tutti i beneficiari del Bando periferie di proseguire nell'attuazione degli interventi previsti».

La Ragioneria dello Stato: investimenti ok anche per l’anno finanziario 2018
Per quanto riguarda invece le novità della circolare della Ragioneria, l’Anci spiega che gli enti locali possono, già nell’esercizio finanziario 2018, possono utilizzare gli avanzi di amministrazione per coprire investimenti perché «questi ultimi sono automaticamente coperti ai fini del rispetto del saldo di competenza dall'entrata rappresentata dallo stesso avanzo». Inoltre, spiega sempre la nota «gli sforamenti del saldo 2018 per investimenti finanziati “in eccesso” attraverso l'applicazione di avanzi non costituiscono più motivo di preoccupazione per i responsabili finanziari e tecnici degli enti locali», cosa che vale anche «nel caso in cui l'ente goda di spazi aggiuntivi assicurati dai patti orizzontali o verticali vigenti e, per qualsiasi motivo, finanzi con propri avanzi investimenti ulteriori rispetto agli spazi complessivamente ottenuti». L’assunto - prosegue la nota - è a maggior ragione valido nel caso in cui l'ente abbia a suo tempo ceduto spazi finanziari ed ora ritenga di dover impiegare i propri avanzi per spese di investimento oltre la misura preventivata al momento della cessione».

La circolare della Ragioneria dello Stato sugli avanzi di cassa dei Comuni

La lista dei 96 capoluoghi con progetti selezionati attraverso il bando periferie

La nota di lettura dell’Ifel sulla circolare della Ragioneria dello Stato

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