Appalti

Dissesto e scuole, il governo chiude le strutture di missione: si torna ai Ministeri

di Alessandro Arona

Chiudono i battenti le strutture tecniche di missione per la lotta al dissesto idrogeologico (#italiasicura) e per l’edilizia scolastica (#italiasicura/scuole), istituite presso la presidenza del Consiglio dal governo Renzi nel 2014 e confermate da Gentiloni.
Nel caso di #italiasicura l’abrogazione è contenuta nel decreto legge “Ministeri”, approvato dal Consiglio dei ministri il 2 luglio (testo), all’articolo 2 comma 3, mentre nel caso delle scuole l’abolizione della struttura (che non godeva di istituzione per legge) è avvenuta per semplice “mancato rinnovo” della struttura da parte della presidenza del consiglio.
Di entrambe le notizie si trova conferma ufficiale sul sito di #italiasicura, che fra l’altro spiega che l’attività è cessata già dal 3 luglio anche per la struttura anti-dissesto, senza attendere la pubblicazione del decreto legge in Gazzetta.

Le competenze in materia di opere per la difesa del suolo e edilizia scolastica tornano così al 100% ai ministeri dell’Ambiente e dell’Istruzione.

L’obiettivo delle strutture, in particolare quella sul dissesto, era di dare un impulso forte da parte di Palazzo Chigi e un’azione di coordinamento alla programmazione e al controllo sugli investimenti, viste le prove poco positive date negli anni precedenti dai due ministeri.
L’ultimo Def ha quantificato in 604,9 milioni di euro la spesa effettuata nel 2017 per interventi di edilizia scolastica e in 527,5 milioni quella per interventi di contrasto al dissesto idrogeologico, risultati mai raggiunti prima d'ora seppure inferiori agli annunci degli anni precedenti.

Ieri intanto il Ministro dell’Economia Giovanni Tria - in audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato - ha riaffermato la volntà del governo di rilanciare gli investimenti pubblici. «Serve un’azione immediata che dia il senso della svolta» sugli investimenti - ha detto Tria - «altrimenti sarà difficile contrattare in Europa, visto che per anni si è chiesta flessibilità per gli investimenti e poi si è fatto il contrario».

Tria ha inoltre annunciato che «Saranno istituite tre task force, una in materia di welfare, una di fisco e una in materia di investimenti pubblici». «L’obiettivo del rilancio degli investimenti pubblici - ha aggiunto - sarà perseguito non solo tramite maggiori risorse di bilancio ma andando a rimuovere ostacoli burocratici e debolezze organizzative che li
hanno frenati negli ultimi anni».

Si annuncia dunque una fase di riorganizzazione e di studio. Il fondo investimenti risulta ancora bloccato, probabile che tutta la programmazione dei due decreti Gentiloni (approvato e in bozza) venga rivista. Fermo al Ministero delle Infrastrutture per approfondimenti anche il contratto di programma Rfi 2017-2021, approvato dal Cipe nel 2017 ma a cui serviva ancora il parere parlamentare e il decreto Mit-Mef.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©