Appalti

Appalti, quando le imprese vanno dal giudice: ecco su cosa si litiga di più

di Massimo Frontera

Oltre trecento contestazioni del codice dei contratti di fronte al giudice amministrativo, tra ricorsi al Tar e appelli al Consiglio di Stato. La lista abbraccia quasi un anno e mezzo, da gennaio 2017 al 21 giugno 2018, ed è stata compilata dall’associazione utilizzando il motore di ricerca sul sito del Consiglio di Stato. Le pronunce raccolte - esattamente 334 - non sembra poi così elevato considerando il “volume di fuoco” della giustizia amministrativa. In ogni caso, la lista offre uno spaccato qualitativamente interessante dei motivi che spingono le imprese dal giudice. Nella stragrande maggioranza dei casi - 259 pronunce sulle 334 in totale - i contenziosi riguardano il nuovo codice dei contratti, entrato in vigore il 19 aprile 2016. Ancora: le contestazioni che riguardano le gare di lavori sono 89, di cui 66 riguardano le norme del nuovo codice appalti, mentre il resto delle contestazioni riguarda il “vecchio” decreto 163/2006.

Gli argomenti dei ricorsi al giudice amministrativo
La maxi-tabella offre spunti interessanti, che si prestano a varie letture. La prima chiave di lettura può essere quella dell’argomento del litigio. I ricorsi più frequenti riguardano l’anomalia dell’offerta (34 ricorsi), al secondo posto c’è il grave illecito professionale (29). A seguire il sottosoglia (23), l’avvalimento (21), il subappalto (18). Bisogna arrivare al sesto posto per trovare le cause (o i motivi) dell’esclusione dalla gara (con 14 ricorsi). Appena un po’ più in basso si arriva al soccorso istruttorio e all’offerta economicamente più vantaggiosa (entrambi con 12, tra ricorsi e appelli).

Si litiga soprattutto sui servizi
La catalogazione dell’Ance offre anche un’altra chiave di lettura possibile: la distinzione tipologica tra lavori, servizi e forniture. Perché si litiga? I numeri dicono che si litiga soprattutto sui servizi, che riguardano 217 cause sulle 334. I ricorsi sulle gare di lavori sono 88, cioè poco più di un quarto del totale. Residuali sono i ricorsi che riguardano appalti di forniture: appena 31. Da segnalare anche un unico caso di ricorso per un appalto di concessione. (In alcuni, pochi, casi i ricorsi riguardano gare miste, pertanto il totale supera la cifra di 334).

Primo e secondo giudice
I numeri dei ricorsi si possono anche guardare dalla prospettiva del grado di giudizio, che vede un sostanziale equilibrio tra giudice di primo grado e secondo grado. Infatti, i ricorsi al Tar sono 222 mentre le pronunce del Consiglio di Stato sono 108, cui si aggiungono le quattro sentenze del Consiglio della giustizia amministrativa della Sicilia.

Bianchi (Ance): il codice è scritto male
L’Ance non ha dubbi sull’interpretazione da dare al monitoraggio condotto sulle sentenze del codice appalti. «In meno di 24 mesi - attacca Edoardo Bianchi, vicepresidente dell’Ance per le opere pubbliche - abbiamo contato circa 300 sentenze, e questo vuol dire che per lo meno una-due volte al mese c’è qualche impresa o qualche stazione appaltante che solleva un problema sull’applicazione del codice. Questo vuol dire che il codice non è stato scritto bene e che la semplificazione che ci avevano promesso è fallita». «Oltre alle sentenze sui lavori abbiamo anche considerato le sentenze sulle fornitore e i servizi - aggiunge Bianchi - per dimostrare che anche quelle parti sono scritte male».
Sul contenzioso, c’è anche una componente quantitativamente minore, ma significativa: quella delle remissioni alla corte Ue. «Ci sono già una decina di casi - commenta il vicepresidente dell’Ance - in cui il giudice italiano si è fermato per chiedere al giudice comunitario se la norma è conforme al diritto europeo, peraltro su questioni come il subappalto, su cui l’Ance aveva fatto un esposto due anni fa, e l’illecito professionale, aul quale avevamo lanciato un allarme preciso». «Ancora una volta - ribadisce Bianchi - questo significa che il codice è scritto male, come avevamo detto all’inizio».

La tabella con le 334 pronunce sul codice degli appalti di Tar e CdS

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