Appalti

Appalti delle concessionarie, il Consiglio di Stato chiede chiarimenti sulle linee guida Anac

di Mauro Salerno

Primo passaggio a vuoto per le linee guida con cui l'Anticorruzione punta a disciplinare i controlli sugli affidamenti delle concessionarie, a partire dai lavori delle autostrade. Il Consiglio di stato ha infatti rispedito a via Minghetti il documento ricevuto a metà marzo, chiedendo all'Autorità di chiarire una serie di passaggi decisivi ai fini dello svolgimento dei controlli sulla quantità di appalti che il nuovo codice obbliga a mandare in gara. Come si sa questa quota era inizialmente prevista all'80% (da aprile 2018) per tutti i tipi di concessionari, ma un emendamento all'ultima legge di Bilancio, passato al termine di un lungo tira e molla tra Governo, Parlamento e sindacati ha riportato al 60% già in vigore la quota di appalti da affidare con gara per le sole concessionarie autostradali.

Prima di rilasciare il parere definitivo Palazzo Spada chiede all'Autorità guidata da Raffaele Cantone di chiarire cinque punti (clicca qui per il testo completo del parere).

Il primo riguarda l'ambito di applicazione dei controlli. Se cioè per l'Anac a essere sottoposte al nuovo regime debbano essere anche le società che operano nei settori speciali (acqua, energia, trasporti).

Il secondo punto è altrettanto delicato perché riguarda il periodo transitorio. Le linee guida Anac prevedono infatti che l'adeguamento al regime previsto dal nuovo codice (quantità di appalti da mandare in gara e relativi controlli) venga «effettuato man mano che i contratti in essere vengono a scadenza». Una previsione che per il Consiglio di Stato rischia di vanificare i controlli sugli appalti in corso e con scadenza posticipata rispetto a quella di entrata in vigore del nuovo regime. «La Commissione - si legge nel parere - ritiene perciò opportuno che nelle Linee guida venga più specificamente inquadrato, in particolare, il tema nodale degli effetti della scadenza del termine di adeguamento appena detto sui contratti ancora in corso, al fine di dare indicazioni pienamente univoche alle varie categorie di soggetti interessati».

Il terzo chiarimento riguarda due punti chiave per lo svolgimento dei controlli. Il Consiglio di Stato chiede all'Anac di chiarire qual è il momento da considerare per l'assolvimento dell'obbligo di assegnare la quota di appalti a terzi (indizione della gara, aggiudicazione, firma del contratto) e di conseguenza se allo stesso scopo rilevi l'importo a base di gara o quello del contratto firmato.

Con il quarto punto arriva invece la richiesta di precisare quali siano le procedure di evidenza pubblica che i concessionari devono seguire per l'affidamento a terzi. Per Palazzo Spada bisognerebbe infatti precisare se ai concessionari si chiede «l'integrale osservanza dei contenuti del codice, come se gli obbligati fossero sempre e a tutti gli effetti delle amministrazioni aggiudicatrici, o se invece l'obbligo in discorso debba ritenersi circoscritto, per quanto di ragione, entro i limiti di cui al comma 5 dell'art. 164 del codice, disposizione che – giova sottolineare - di per sé non contiene, neanche per relationem, specifiche indicazioni sulle procedure di evidenza da seguire».

L'ultimo aspetto riguarda il punto delle linee guida con cui l'Anac chiede ai concessionari di «elaborare un programma annuale degli affidamenti , da trasmettere ai rispettivi concedenti». Un documento sicuramente utile ad agevolare i controlli. Il problema, per il Consiglio di Stato è che da una parte l'obbligo previsto dall'Anac sarebbe privo di copertura normativa. Dall'altra non avrebbe alcun valore vincolante per i concessionari.

Il parere interlocutorio del Consiglio di Stato sulle linee guida Anac

Le linee guida inviate dall'Anac al Consiglio di Stato

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