Appalti

Infrastrutture/2. Roma-Latina, slitta al 26 luglio la decisione sul ricorso di Salini Impregilo contro il Consorzio Sis

di Massimo Frontera

Il Consiglio di Stato ha rinviato al 26 luglio la decisione sul contenzioso dell'Autostrada Roma-Latina, che vede da una parte l'aggiudicatario Consorzio Sis e dall'altra i ricorrenti: la cordata di imprese italiane guidata da Salini Impregilo insieme ad Astaldi, Ghella e Pizzarotti. Le imprese avevano infatti presentato appello al Consiglio di Stato dopo che il ricorso contro l'aggiudicazione della gara al Consorzio Sis è stato respinto dal Tar Lazio nel marzo 2017.
Il verdetto di Palazzo Spada - inizialmente fissato al 19 aprile - slitta dunque di due mesi. Il rinvio è motivato con la necessità di avere più tempo per effettuare gli approfondimenti di carattere economico-finanziario. Si tratta degli approfondimenti che i giudici della V sezione del Consiglio di Stato avevano richiesto nel dicembre scorso alla Banca d'Italia con l'ordinanza n.5831/2018 (ordinanza che fissava inoltre al 19 aprile 2018 l'udienza per la decisione di merito).

Gli approfondimenti chiesti a Banca d'Italia
In particolare, ai fini della decisione, Palazzo Spada aveva ritenuto necessario conoscere le risposte ai seguenti tre punti: «il valore attualizzato del contributo pubblico che l'aggiudicatario Consorzio stabile Sis ha offerto di utilizzare e restituire al soggetto aggiudicatore Autostrade del Lazio, sulla base delle scadenze e del tasso di interesse dallo stesso prospettati»; «se e in quali termini su questo valore possano influire profili di ordinaria rischiosità delle condizioni e dei tempi di restituzione del contributo offerti dall'aggiudicatario»; «se, date queste condizioni e tempi, il tasso di interesse previsto risulti congruo rispetto ai valori correnti di mercato».

L'ORDINANZA DEL CONSIGLIO DI STATO DI DICEMBRE 2017

Il cambio del "verificatore"
Le verifiche su questi punti hanno richiesto più tempo del previsto. Il "verificatore" che era stato inizialmente indicato nel capo del dipartimento «Vigilanza bancaria e finanziaria» della Banca d'Italia, si infatti è tirato indietro. L'ordinanza del 19 aprile spiega che il super dirigente di Bankitalia «ha chiesto di essere autorizzato "a delegare altra risorsa all'espletamento dell'incarico di verificatore", in ragione del fatto che lo stesso "è caratterizzato da una continuità e intensità di impegno" non compatibili con il ruolo e le responsabilità dello stesso di Capo del Dipartimento Vigilanza all'interno della Banca d'Italia». Dalla decisione discende anche la seconda richiesta di una proroga di 90 giorni per poter consegnare ai giudici di Palazzo Spada le relazione sulle verifiche economico-finanziarie. Le due richieste sono state entrambe accolte.

LA SENTENZA DEL TAR LAZIO DI MARZO 2017 CHE RESPINGE IL RICORSO DI SALINI IMPREGILO

Imprese invitate al contraddittorio
È stata accolta anche una terza richiesta, espressa da ambo le parti, e cioè che «il verificatore sia invitato ad anticipare il contraddittorio con esse (le parti, ndr) già nella fase iniziale delle operazioni, al fine di acquisire i soli atti e documenti di causa, ed "eventuali chiarimenti" dai consulenti tecnici di parte, pertinenti ai quesiti formulati nell'ordinanza istruttoria».

L'ordinanza del Consiglio di Stato

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