Appalti

Fondi strutturali 2014-2020, ecco i numeri del ritardo. Berna (Ance): «Sud, necessario aprire i cantieri»

di Francesco Berna (vice-presidente Ance) (*)

(*) presidente Comitato Mezzogiono dell'Ance

La questione meridionale è una delle principali emergenze del sistema Paese. Non a caso il risultati delle recenti elezioni politiche hanno evidenziato proprio nel Mezzogiorno un sentimento di profondo malessere sociale ed economico, che necessita di risposte immediate e efficaci.
La ripartenza del Sud è, quindi, la madre di tutte le questioni che il prossimo governo nazionale, che ci auguriamo possa vedere presto la luce, deve porre tra le priorità assolute della propria agenda politica.

I dati parlano chiaro. Il tasso di disoccupazione del Meridione (19,4%) è tre volte quello del Nord (6,9%) e circa il doppio di quello del Centro (10%): un divario che molti osservatori paragonano a quello esistente tra Germania e Grecia. Continua ad allargarsi, inoltre, il gap del pil pro-capite: circa dieci meridionali su cento sono in condizioni di povertà assoluta, contro i sei del Nord. E colpisce anche un dato di cui poco si parla, relativo ai depositi bancari pro capite: la media in Lombardia è di 44mila euro, in Calabria di 7.600.

La prima cosa da fare, dunque, è creare lavoro. E per farlo è necessario è attivare gli investimenti sul territorio, aprendo i cantieri che occorrono per fare cose utili per il Paese. Le cose da fare non mancano -infrastrutture di collegamento, ammodernamento e manutenzione del territorio per far fronte al dissesto idrogeologico e mettere in sicurezza gli edifici pubblici e privati- e facendole si rimetterebbe in piedi il settore dell'edilizia: l'unico in grado di generare ricadute positive in tempi rapidi sull'economia e sui livelli occupazionali.
Ma per spendere in tempi rapidi le risorse a diposizione è necessario affrontare il tema dell'efficienza della pubblica amministrazione. Un problema che affligge l'intero sistema Paese, ma che nel Mezzogiorno assume contorni davvero drammatici. A livello nazionale meno della metà (44,8%) della dotazione totale dei fondi strutturali europei per il periodo 2014-2020, risulta programmata e appena il 5,6% effettivamente spesa. Ma se mettiamo a confronto alcune aree geografiche ci accorgiamo che al Sud risultano spesi solo il 3,3% dei 22,9 miliardi a disposizione, mentre il Centro- Nord spende il 10,3% con una dotazione complessiva pari a 13,2 miliardi.

Quella della capacità di spesa della pa è dunque una delle prime questioni da affrontare se si vuole far crescere l'economia del Mezzogiorno e combattere l'altissimo tasso di disoccupazione. Occorre dunque una riorganizzazione radicale dei meccanismi che regolano il processo decisionale, riducendo i numerosi passaggi che intercorrono tra lo stanziamento delle risorse e l'apertura dei cantieri. Va inoltre messa in cantiere una profonda revisione del Codice degli appalti che finora ha contribuito a ingessare la macchina, bloccando ulteriormente l'apertura dei cantieri.

Strettamente collegato all'efficienza della macchina amministrativa è il tema della formazione dei dirigenti pubblici e delle strutture, che in molti casi non hanno adeguate competenze sulle materie per le quali sono chiamati a operare. Da una recente analisi di Svimez emerge, infatti, un forte ridimensionamento della pa nel Mezzogiorno, sia in termini di risorse umane e che finanziarie. Con il risultato che la qualità dei servizi offerti ai cittadini e al sistema economico e produttivo è ulteriormente scaduta. E' necessario dunque prevedere dei meccanismi di rotazione degli incarichi e di premialità interna che portino a promuovere le figure più capaci e meritevoli.

C'è poi anche un problema di capacità progettuale che frena la ripresa nel Sud. In tal senso crediamo si debba predisporre un apposito fondo, interamente dedicato alla progettazione e agli interventi in opere pubbliche. Proposte che come Ance intendiamo avanzare in tutte le sedi locali e nazionali opportune per far sì che finalmente la politica cominci ad occuparsi del Mezzogiorno in modo serio e concreto e non solo con spot elettorali.

Di tempo se n'è perso fin troppo: è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e di agire tutti insieme per favorire la crescita di una parte fondamentale del Paese, senza la quale non potrà mai esserci una solida e duratura ripresa economica.

Focus sui fondi Ue e sull'avanzamento della spesa al 2017 (Ance)

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