Appalti

Codice appalti/2. Dm direzione lavori in arrivo in Gazzetta, sulle riserve mano libera alle stazioni appaltanti

di Massimo Frontera

Riserve fai da te per il direttore lavori. Secondo indiscrezioni, nel testo del decreto Infrastrutture sulla direzione lavori che attua il Codice appalti (articolo 111), dicastero avrebbe accolto tutte le indicazioni del Consiglio di Stato nell'ultimo parere. E tra queste anche quelle che riguardano la gestione delle cosiddette riserve presentate dalle imprese sulla documentazione di gara della stazione appaltante.

Il testo del decreto Infrastrutture (su proposta dell'Anac) inviato alla fine del dicembre scorso in Parlamento per il parere, dedicava un intero articolo alle istruzioni per gestire le contestazioni e le riserve delle imprese. Cinque corposi commi con la procedura da seguire (e relativi tempi e scadenze) a carico del direttore dei lavori e anche del responsabile del procedimento. Si tratta delle norme mutuate dal regolamento attuativo del vecchio codice, e che - nelle parti relative all'esecuzioni dei lavori - sono state abrogate dal nuovo codice dei contratti. Ebbene, nel testo che è attualmente all'esame della corte dei conti (e che subito dopo il controllo, andrà in Gazzetta), l'articolo è sparito. O meglio, è stato svuotato. Resta il titolo (Contestazioni e riserve) ma seguito da una frase lapidaria: «Il direttore dei lavori, per la gestione delle contestazioni su aspetti tecnici e delle riserve, si attiene alla relativa disciplina prevista dalla stazione appaltante e riportata nel capitolato d'appalto».
Ricapitolando: le norme del regolamento, che erano uscite di scena con il nuovo codice e che l'Anac ha cercato di riproporre come indicazioni di riferimento alle stazioni appaltanti, vengono invece respinte definitivamente dal Consiglio di Stato. Più esattamente, il decreto Mit accetta la linea del Consiglio di Stato per cui le stazioni appaltanti possono recuperare le norme del vecchio regolamento (in pratica i cinque commi spariti dal Dm del Mit) ma a loro discrezione e in modo personalizzato.

Regole sull'incompatibilità fuori dal regolamento
Nel nuovo testo del decreto Mit sparisce anche l'articolo dedicato alle cause di incompatibilità del direttore dei lavori. Anche in questo caso, viene accettata la linea del Consiglio di Stato. In questo caso l'argomento è di matrice squisitamente giuridica. Ed era ben sintetizzato nel parere a suo tempo inviato al Mit: «la sede più appropriata per la disciplina delle incompatibilità, per le limitazioni soggettive che ne discendono, è la legge». Come a dire: valgono le disposizioni contenute nell'articolo 42 del codice, sul conflitto di interesse (che lo stesso articolo afferma essere valide per la fase esecutiva).

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©