Appalti

Dissesto idrogeologico, pronto per il Cipe il piano da un miliardo per il Centro-Nord

di Alessandro Arona

È pronto per il Cipe il piano di interventi anti-dissesto idrogeologico da un miliardo di euro per il Centro-Nord, già definito con le Regioni e con risorse in arrivo con il Fondo Investimenti (comma 140), Dpcm 2018. Si tratta del primo programma interamente definito dalla struttura di missione #Italiasicura della Presidenza del Consiglio, dopo il Piano stralcio aree metropolitane del 2015 (650 milioni di euro), e il primo con priorità calcolate dalla piattaforma "Rendis" sulla base dei criteri unitari di selezione fissati dal Dpcm 2015.
La ripartizione tra le Regioni e la lista dei 489 interventi è già definita: la gran parte riguarderanno opere per prevenire frane e valanghe (268 milioni) e contro erosione costiera e alluvioni (558 milioni), il resto per la protazione o manutenzione di infrastrutture stradali soggette a rischio idrogeologico, opere nei comuni del cratere sismico del Centro Italia, interventi "innovativi" (come sensori per la rilevazione del rischio e "argini intelligenti"), infine fondi per i contratti di fiume e la riqualificazione delle acque.

Se il piano sarà effettivamente approvato nei prossimi mesi, Palazzo Chigi calcola che possa produrre una spesa effettiva sui cantieri di circa 250 milioni di euro nel 2019, e così l'anno successivo, per poi scendere a 160 milioni nel 2021 e poi esaurire i lavori entro il 2024.

Le risorse sono state concordate da #italiasicura con le Regioni e inserite dal Ministero dell'Economia nello schema di Dpcm firmato da Paolo Gentiloni a fine febbraio, a valere sul Fondo investimenti (legge di Bilancio 2017, comma 140), rifinanziato nel 2018 per 36 miliardi di euro in 16 anni. Il Dpcm sarà sottoposto a giorni alle Commissioni speciali di Camera e Senato per l'esame degli atti del governo (in fase di costituzione), il cui parere non è comunque obbligatorio. Dopo 30 giorni il presidente del Consiglio (Gentiloni o il suo successore) potrà firmare il Dpcm in via definitiva. Certo il futuro premier potrebbe decidere di ricominciare tutto da capo, ma questo bloccherebbe piani e progetti (ad esempio quelli di Anas e Rfi, ma anche questi anti-dissesto) per almeno sei mesi, e comunque da qui a un mese potrebbe non essere ancora in carica un nuovo governo.

Un minuto dopo l'approvazione definitiva e registrazione del Dpcm, #Italiasicura è pronta a portare il programma al Cipe. «Abbiamo già definito - spiega Michele Torsello, capo della Struttura di missione #Italiasicura - la ripartizione dei fondi tra le Regioni, sulla base di criteri oggettivi, di indicatori precisi quali popolazione, superfcie, aree a rischio e popolazione a rischio. E abbiamo già individuato gli interventi, uno per uno, sulla base dei criteri individuati nel Dpcm 2015 e poi con proposte inserite nella "piattaforma Rendis"».
È una lista di interventi, dunque, già frutto dei nuovi criteri impostati in questi anni da #italiasicura, e cioè criteri unitari e oggettivi per individuare le priorità; «Le Regioni - spiega Torsello - indicano gli interventi e li caricano sulla piattaforma Rendis, che assegna poi un punteggio sulla base di dieci parametri. Conta molto quanto l'area a rischio e quanto l'intervento riduce il rischio, e per quante persone, conta pochissimo il livello di avanzamento del progetto, cioè "chi è più avanti"». Avere già la progettazione fatta, dunque, definitiva o esecutiva, assegna al massimo 10 punti su 235, un'inezia.
Anche i progetti, in realtà ancora in gran parte da fare, saranno elaborati secondo le nuove linee guida definite da #Italiasicura insieme a esperti del settore e eRegioni e pubblicate nel 2017, che spingono a considerare gli interventi non come "unicum" a se stanti, ma coordinandoli con altri interventi nella stessa area e in coerenza con la programmazione e pianificazione di bacino.

«Questo piano da un miliardo - spiega Torsello - è il primo vero programma fatto dalla struttura di missione di Palazzo Chigi, dopo il piano stralcio 2015 per la aree metropolitane (650 milioni). Purtroppo, rispetto agli obiettivi iniziali del 2014, c'è stata ancora troppa frammentazione nei programmi anti-dissesto: gli interventi anti-dissesto nei i Patti per il Sud, ad esempio, 1.468 milioni, sono stati tolti dal piano nazionale, così come i fondi ordinari assegnati dalla legge di Stabilità 2016 al Ministero dell'Ambiente» (50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017, 150 milioni di euro per il 2018 e 1.700 milioni di euro per gli anni dal 2019 al 2032). «Frammentare tutti questi piani - sostiene Mauro Grassi, per anni capo della Struttura di missione, e tuttora consulente - è stato un errore. È stato dato troppo potere alle Regioni, ne è rimasto troppo ai Ministeri, purtroppo un programma unico e coordinato contro il dissesto idrogeologico non esiste, è il nostro maggiore rammarico. Questo da un miliardo per il Centro-Nord, però è finalmente un piano ben fatto, definito con criteri oggettivi e uguali per tutti, il primo con piattaforma Rendis e linee guida per la progettazione».

La maggior parte degli altri piani comunque (come spieghiamo in altro servizio), specie quello da 1,9 miliardi del Ministero dell'Ambiente e molti nei Patti er il Sud, sono ancora in fase embrionale, dunque è ancora possibile da parte del futuro governo una scelta di forte centralizzazione su Palazzo Chigi, come era nelle intenzioni di Matteo Renzi premier nel 2014, per rafforzare il ruolo della struttura #Italiasicura e concentrare la programmazione in un unico soggetto e strumento.

I fondi per il piano da un miliardo saranno in realtà 1.1.20 milioni di euro, ma in 16 anni, mentre il piano come si diceva ha un obiettivo di spesa più breve, di circa 5-6 anni. Palazzo Chigi ha dunque intenzione di farsi anticipare i fondi con un prestito Bei (c'è già un accordo con la banca europea), per cui togliendo la spesa per gli interessi la cifra effettiva a disposizione sarà di circa un miliardo di euro.

FONDO PROGETTAZIONE
Dopo una lunga gestazione, come abbiamo più volte raccontato, il Fondo progettazione per le opere anti-dissesto idrogeologico, finanziato dal Cipe per 100 miloni nel 2015 e approvato con Dm Ambiente luglio 2016, si è sbloccato operativamente alle fine dello scorso anno. «La procedura definita dal Dpcm era un po' macchinosa - spiegano a #Italiasicura - e tra Regioni e autorità di bacino c'è voluto parecchio per individuare gli interventi da finanziare. Ora siamo partiti, e da ottobre a oggi il Ministero dell'Ambiente ha assegnato risorse per 39 milioni di euro».

Il Dpcm con i «Criteri per la selezione dei progetti anti-dissesto»

Linee guida per la progettazione degli interventi anti-dissesto

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©