Appalti

Professionisti, collaudatori di opere pubbliche anche senza iscrizione all'albo

di Massimo Frontera

Lo strappo si è consumato lo scorso venerdì mattina al Consiglio superiore dei lavori pubblici: con la votazione che ha coinvolto i membri dell'organo tecnico e alla quale hanno partecipato i rappresentanti degli ordini, è stato approvato - a maggioranza - lo schema di decreto Infrastrutture sul collaudo delle opere pubbliche. Lo schema di Dm attuativo dell'articolo 102, comma 8, del codice, ora passa alla firma del ministro delle Infrastrutture. La norma prevede appunto un decreto attuativo per regolamentare l'affidamento degli incarichi per il collaudo delle opere realizzate (e per le verifiche di conformità nel caso dei servizi e forniture). La bozza che è stata approvata istituisce anche l'albo dei collaudatori, la cui iscrizione rappresenta, per il funzionario pubblico, il requisto abilitante allo svolgimento dell'incarico. La stazione appaltante può incaricare del collaudo un proprio funzionario interno oppure può decidere di affidare il servizio all'esterno (sia direttamente, per importi fino a 40mila euro, sia con una procedura a evidenza pubblica.

Il decreto prevede che per l'affidamento dell'incarico del collaudo statico (in collegamento anche con quanto prevede l'aggiornamento 2018 delle nuove norme tecniche, appena entrato in vigore) sia necessario il possesso di una laurea in ingegneria o architettura, secondo i limiti di competenza stabiliti dai rispettivi ordinamenti professionali, e l'iscrizione all'albo professionale da almeno 10 anni.
Tutta un'altra storia - invece - per il collaudo tecnico-amministrativo, che richiede il possesso di un diploma di laurea ma non l'iscrizione all'Albo. Ed è stato proprio questo il punto su cui si è consumato lo strappo tra, da una parte, gli architetti e gli ingegneri - fortemente contrari - e, dall'altra, tutti gli altri.

«Lascia veramente perplessi - sottolinea Rino La Mendola, vicepresidente degli architetti con delega ai lavori pubblici - il fatto che al controllore di un lavoro vengano richieste qualifiche inferiori al controllato. Noi riteniamo che questo non vada bene». «Mentre il libero professionista iscritto all'albo - fa notare La Mendola - deve seguire le norme sulla deontologia professionale e deve rispettare un programma di formazione continua, a tutti i tecnici dipendenti pubblici no. Riteniamo che questa sia una lacuna da correggere». «Chiederemo al Consiglio Superiore - conclude il vicepresidente degli architetti - di rivedere la decisione assunta in assemblea per assicurare che la figura del collaudatore, libero professionista o pubblico dipendente, debba possedere il requisito dell'iscrizione all'ordine professionale».

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