Appalti

Ionica, ok dal pre-Cipe al megalotto 3. A dieci anni dal bando ora (forse) vicino l'inizio lavori

di Alessandro Arona

Via libera del pre-Cipe al 2° stralcio del Megalotto 3 della superstrada 106 Ionica, un progetto da 1,3 miliardi di euro (l'intero Megalotto), messo in gara dall'Anas dieci anni fa, aggiudicato nel 2012 al general contractor Astaldi-Salini Impregilo, e che ancora oggi deve avere l'approvazione definitiva e il via libera ai cantieri.

Si veda tutta la vicenda

Il Megalotto 3 prevede il potenziamento a superstrada (due corsie per senso di marcia più spartitraffico) della 106 Ionica per 38 km tra Roseto Capo Spulico (dove finisce il tratto già ammodernato, da Taranto) fino a Sibari, dove comincia la bretella Firmo-Sibari (connessione con l'autostrada Salerno-Reggio "Del Mediterraneo"), bretella che sarà pronta nell'aprile prossimo.
Il progetto definitivo del 1° stralcio del Megalotto 3, da 276 milioni, era già stato approvato dal Cipe il 10 agosto 2016, con delibera registrata solo un anno dopo, il 10 luglio 2017, ma con la precisa condizione che i lavori potevano cominciare solo dopo l'approvazione del 2° stralcio da 958 milioni, progetto quest'ultimo bocciato dal parere negativo del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
La riunione preparatoria del Cipe, tenutasi ieri, ha preso atto del nuovo progetto definitivo presentato dalle imprese, e dei costi aumentati, da 276 a 286 milioni il 1° stralcio e da 958 a 1.049 milioni il secondo; e ha verificato che esistono le condizioni per arrivare all'approvazione al Cipe la prossima settimana.
Il Dipartimento programmazione di Palazzo Chigi (Dipe) ha constatato che il nuovo progetto definitivo può ottenere il consenso di tutti i sogetti statali coinvolti: l'ok formale del Ministero dei Beni culturali è già arrivato, nei prossimi giorni dovranno confermare il loro parere positivo il Ministero dei Beni culturali e il Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

Le richieste dei tre enti erano spesso confliggenti: l'Ambiente chiedeva più gallerie per ridurre l'impatto ambientale, e stessa cosa il Mibact per motivi paesistici. Al contrario il Consiglio superiore chiedeva meno gallerie per ridurre il rischio frana e il rischio grisù, un gas infiammabile di cui i terreni interessari sono ricchi. Lo stop è arrivato comunque dal Consiglio superiore, con il parere del 16 luglio 2016 (si veda il testo e il nostro servizio ) .

Il Dipe è riuscito a trovare un compromesso tra le diverse richieste, anche se il progetto finale fa salire i costi complessivi da 1.234 a 1.335 milioni di euro (il valore dell'appalto alle imprese è circa il 70% del totale).

Se tutto andrà come previsto da Palazzo Chigi, comunque, la prossima settimana il Cipe potrà approvare anche il 2° stralcio da 1.049 milioni, autorizzando così le imprese alla progettazione esecutiva e poi all'avvio dei lavori, per entrambi gli stralci, probabilmente entro la fine di quest'anno.

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©