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Investimenti/2. Studio Luiss: «Più infrastrutture pubbliche riducono la disuguaglianza»

di A.A.

Una maggiore dotazione di infrastrutture pubbliche riduce la disuguaglianza tra i cittadini. Di conseguenza investire in infrastrutture, oltre all'impatto sul settore delle costruzioni e in generale su occupazione e crescita economica, ha un impatto positivo anche in termini di riduzione delle disuguaglianze. Questa correlazione, emersa a livello teorico in studi più o meno recenti delle letteratura economica, è stata studiata per la prima volta in Italia dall'Università Luiss di Roma, all'interno dello studio Luiss-Deloitte "Gli investimenti in infrastrutture", in corso di presentazione a Roma. Lo studio confronta con un complesso modello econometrico, provincia per provincia, gli indicatori di dotazione infrastrutturale dell'Istituto Tagliacarne e i dati dell'Indice di Gini (elaborati dall'Istat) sulla disuguaglianza nella distribuzione del reddito.
L'impatto della dotazione infrastrutturale sulla disuguaglianza del reddito – secondo i dati emersi dalla ricerca - è complessivamente negativo. A parità di altre condizioni, province più ricche di infrastrutture sono caratterizzate da una più equa distribuzione del reddito. Sono in particolare le infrastrutture di trasporto (strade, ferrovie, metropolitane, porti, aeroporti) e di energia a ridurre la disuguaglianza, mentre in alcuni casi le infrastrutture tecnologiche, le reti bancarie e le infrastrutture culturali/ricreative sembrano avere un effetto opposto, cioè favorire le classi di reddito già più alte e dunque accentuare le disuguaglianze. Nello studio non si citano però infrastrutture chiave come le scuole, le università, gli ospedali.
La scomposizione della distribuzione del reddito per percentili conferma un generale effetto positivo della dotazione infrastrutturale sui redditi sia della classe relativamente meno abbiente (20% più povero della popolazione), sia della classe "mediana", sia della classe più agiata (10% più ricco). Non si registra tuttavia nessun effetto significativo sul 10% più povero della popolazione.
Un'analisi nord/sud del nostro Paese mostra come circa un terzo della maggiore disuguaglianza del reddito delle province meridionali rispetto a quelle centro-settentrionali sia da imputare alla più modesta dotazione infrastrutturale delle prime rispetto alle seconde.

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