Appalti

Connettere l'Italia/2. Boccia: «Bene la centralità delle infrastrutture, ma i tempi restano troppo lunghi»

di A.A.

«Siamo d'accordo sulle scelte fatte dagli ultimi due governi, e in particolare dal Ministro Graziano Delrio, di rimettere al centro la pianificazione e il finanziamento delle infrastrutture, ma sul Codice appalti c'è una discussione in corso. Ci sono ritardi e complicazioni, il fattore tempo è quello chiave che dobbiamo affrontare e risolvere».
Il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, nel faccia a faccia a Napoli con Delrio, ospiti ieri di Unindustria (moderati dal direttore del Mattino di Napoli Alessandro Barbano) fa proprie le critiche dell'Ance al Codice appalti 2016.
Delrio invece lo difende: «Resto un sostenitore del nuovo codice: serviva a combattere la corruzione (tema chiave anche per il rilancio del Sud), serviva a riportare al centro la progettazione, imponendo gli appalti su progetto esecutivo fatte dalle stazioni appaltanti (eliminando così le incertezze su tempi e costi del vecchio e assurdo sistema di affidare le progettazioni alle imprese) e infine è servito a rimettere al centro la programmazione delle infrastrutture, condivisa con le regioni ma certa e di lungo periodo. Tutto questo resta valido, Poi certo – ha ammesso il Ministro – nel recepire la direttiva europea abbiamo messo qualche arzigogolo, se c'è ancora qualcosa da correggere è giusto che si discuta di come correggerlo».

«Sul Codice – ha spiegato Boccia – c'è una discussione in corso. Resta però una convergenza di fondo, sul fatto che le infrastrutture sono centrali per il rilancio non solo delle costruzioni, ma soprattutto come fattore che serve a ridurre il divario tra i territori, ad avvicinare "le periferie, e dunque fattore di competitività. E che per far questo il fattore tempo è un elemento chiave. L'elemento di maggiore debolezza del Codice è proprio sul fattore tempo, sui tempi di programmazione, approvazione e realizzazione delle opere, che restano troppo lunghi. Su questo dobbiamo trovare una soluzione».

CERTIFICATI ANTIMAFIA
«Bisogna uscire dalla cultura del sospetto sulle responsabilità penali delle imprese. A nche questo è un punto chiave per il rilancio del Mezzogiorno», ha detto inoltre il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia nel convegno sulla Logistica al Sud a Napoli. «Parlo delle certificazioni antimafia – ha spiegato - e delle interdittive delle Prefetture, strutture dello Stato che pure svolgono un lavoro importante. Non possiamo aspettare 9 mesi per un certificato antimafia. Non si può vivere per mesi nell'incertezza e nel sospetto. Il rischio è che le imprese sane se ne vadano dal Sud e restino solo quelle che operano nell'illegalità».

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