Appalti

Fondo investimenti, il governo vuole lo sprint: Dpcm Gentiloni da 36 miliardi entro gennaio

di Alessandro Arona

Procedura sprint da parte del governo Gentiloni per ripartire e assegnare ai Ministeri, prima della fine della legislatura, i 36 miliardi di euro stanziati dalla legge di Bilancio 2018 per il Fondo investimenti. Il Ministero dell'Economia - che ha le regia dell'operazione - ha sollecitato tutti i ministeri interessati (Infrastrutture, Sviluppo, Ambiente, Istruzione, Difesa i principali) a inviare entro inizio gennaio le proposte di ripartizione, corredate da contenuti e tempi previsti di spesa, e oggi (lunedì 8 gennaio) partirà l'ultima lettera di sollecito. Entro 8-10 giorni il Mef conta di completare l'istrutoria e la prima firma del presidente Paolo Gentiloni al Dpcm è prevista entro il 20 del mese. Quindi un veloce passaggio alle commissioni parlamentari per il previsto parere, e la firma definitiva del Dpcm entro fine febbraio.

È la stessa legge di Bilancio (commi 1072 e seguenti) a stabilire quest'anno che il Dpcm di riparto del fondo debba essere «adottato» entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della legge di Bilancio, dunque entro il 28 febbraio. Un obiettivo posto per evitare i tempi lunghissimi dello scorso anno (il Fondo Investimenti è stato istituito dalla legge di Bilancio 2017, comma 140) , quando il Dpcm è stato firmato in via definitiva da Gentiloni a fine luglio, e pubblicato in Gazzetta a fine settembre dopo la registrazione della Corte dei Conti.

La motivazione è naturalmente anche politica, l'obiettivo cioè di arrivare al Dpcm prima delle elezioni. Ora il Mef e i Ministeri ci stanno dando dentro per rispettare questi obiettivi, anche se comunque la pubblicazione del decreto sarà certamente dopo il 4 marzo. Ed è poi escluso che Ministri uscenti possano adottare i decreti attuativi "a valle" del Dpcm, dunque dopo le elezioni.
Il Dpcm Gentiloni 2018 resterà dunque più come "testamento" dell'esecutivo uscente, come dimostrazione di aver messo a regime questo nuovo metodo di programmazione pluriennale degli investimenti, che ha - lo ricordiamo - tre obiettivi: 1) rilanciare gli investimenti, con molti soldi messi a disposizione (82 miliardi in 17 anni, lo vedremo fra poco); 2) farlo con uno strumento flessibile, il Dpcm, che si può modificare senza cambiare il Bilancio dello Stato; 3) farlo su un arco di tempo pluriennale, che consenta di avviare programmi ambiziosi, progettando per tempo e se del caso anticipando le risorse di cassa con prestiti Bei.

Al Ministero delle Infrastrutture (strade, ferrovie, porti, edilizia pubblica) dovrebbero andare 24-25 miliardi di euro su 36, di cui 3,5 per nuovi interventi sul trasporto rapido di massa (infrastrutture e treni).

IL FONDO INVESTIMENTI
Il Fondo è stato creato dalla legge di Bilancio 2017, comma 140, inzialmente dotato di 47,5 miliardi, poi ridotti a 46 (Dpcm di settembre) dopo alcune pre-assegnazioni.
Le destinazioni previste, sempre nell'ambito degli investimenti, erano le più varie:
a) trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e
accessibilità delle stazioni ferroviarie;
b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione;
c) ricerca;
d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche;
e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica;
f) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni;
g) informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria;
h) prevenzione del rischio sismico;
i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia;
l) eliminazione delle barriere architettoniche.

Il Dpcm Gentiloni ha assegnato (cassa) 1.166 milioni al 2017, 2.762 nel 2018, 3.159 nel 2019 e 38.955,9 milioni nel 2020-2032.

LEGGE DI BILANCIO 2018: FONDI
Il comma 1072 della legge di Bilancio 2018 (testo completo) ha rifinanziato il fondo per 36,115 miliardi di euro complessivi in 16 anni: 800 milioni per il 2018, 1.615 per il 2019, 2.180 per ciascuno degli anni dal 2020 al 2023, per 2.480 milioni nel 2024 e infine 2.500 mln per ciascuno degli anni dal 2025 al 2033.
Nel Ddl iniziale i fondi erano circa 38 miliardi, ma nel corso dell'esame parlamentare 1.620 milioni sono stati destinati alla manutenzione della viabilità provinciale (si veda altro servizio).
Complessivamente, dunque, il fondo sale in 17 anni (2017-2033) a 82 miliardi di euro, di cui 14,7 miliardi nei primi 4 anni: 1.166 nel 2017, 3.562 nel 2018, 4.775 nel 2019, 5.180 nel 2020.

LEGGE DI BILANCIO, LE REGOLE
Nel comma 1072 c'è qualche piccolo cambiamento all'elenco delle spese eleggibili (non risulta più nominata la "riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie", l'"informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria" viene ampliata in "digitalizzazione delle amministrazioni statali" e al settore "investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia" si toglie la specificazione relativa alle città metropolitane e i comuni capoluogo, per ricomprendere tutte le periferie. Infine, risulta introdotto il nuovo settore di spesa "potenziamento infrastrutture e mezzi per l'ordine pubblico, la sicurezza e il soccorso").
Ma soprattutto viene fissato il termine dei 60 giorni, dall'entrata in vigore della legge di bilancio) per adottare il Dpcm di ripartizione.
Si stabilisce inoltre -. ma con norma solo programmatica - che una quota annua del fondo pari a 70 milioni di euro, possa essere destinata a interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, quali:
a) interventi del Piano stralcio aree metropolitane di settembre 2015, non ancora finanziati;
b) interventi di mitigazione del rischio idrogeologico nelle regioni del centro nord che saranno individuati nell'ambito di un programma nazionale approvato dal CIPE su proposta della Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico, sulla base di un accordo di programma sottoscritto dal Presidente del Consiglio dei ministri e dal Presidente della Regione o Provincia autonoma interessata al programma di investimento.

Inoltre (comma 1075) si stabilisce che ogni anno entro il 15 settembre ciascun Ministero deve inviare alla Presidenza del Consiglio un'apposita relazione per il monitoraggio dello stato d'avanzamento degli interventi finanziati. Sarà probabilmente questa, il 15 settembre 2018, l'occasione giusta per il prossimo governo per valutare ed eventualmente mettere mano a modifiche, alla ripartizione dei fondi decisa da Gentiloni con il Dpcm 2017 e con quello in arrivo nel febbraio 2018.

Fondo Investimenti: tabella di riepilogo (a cura dell'Ance) e norme della legge di Bilancio

Legge di Bilancio 2018: il testo completo e le tabelle

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