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Torino-Lione cantiere hi-tech: il Politecnico forma sul campo ingegneri e ricercatori

di Maria Chiara Voci

Un accordo a doppio senso. Da una parte, la società Telt, che gestisce la sezione transfrontaliera della Torino-Lione. Dall'altra, il Politecnico di Torino. L'obiettivo è uno scambio: per trasformare l'infrastruttura nella più grande occasione di "laboratorio" sul campo per studenti e docenti dell'ateneo torinese (e non solo). E per trasferire l'attività di ricerca, che viene quotidianamente svolta a livello universitario nel cantiere della Tav, mettendo in pista la partecipazione a bandi europei.

L'intesa è stata siglata venerdì mattina a Torino. Presenti il rettore del Politecnico, Marco Gilli, e il direttore generale di Telt, Mario Virano. Ha una durata di 5 anni e partirà da inizio 2018.

La prima azione concreta è già in pista: a gennaio è stata organizzata una lezione in cantiere per i i 12 studenti del Master in Tunnelling and Tunnel Boring Machine. I ragazzi, che provengono da 7 Paesi (Colombia, Corea del Sud, Grecia, India, Italia, Malesia e Romania), apprenderanno sul campo come funziona il ciclo di vita di un "concio", la struttura in calcestruzzo che riveste i tunnel: dalla produzione in fabbrica alla sistemazione ad opera della TBM Federica, che li sta posando nella galleria geognostica di Saint-Martin-La-Porte. Il master prevede 500 ore di lezione tenute da 42 docenti, esperti del settore provenienti da tutto il mondo, tra cui anche uno degli ingegneri di TELT.

«I lavori della Torino-Lione arrivano per ultimi in Europa, dopo una serie di importanti esperienze internazionali - spiega Mario Virano -. Mi riferisco al Loetschberg, al Gottardo e al Brennero. Siamo, per questo, molto avanzati, sia sotto l'aspetto delle tecnologie che implementiamo sia sotto il profilo gestionale. Un vantaggio che condividiamo con chi, in questi anni, sta effettuando il proprio percorso di formazione».

I diversi fronti di scavo della Tav diventeranno anche il set per la registrazione di una serie di video-lezioni, che resteranno nel patrimonio di conoscenze del Politecnico e potranno essere riproposte in altri corsi. Importanti saranno anche le ricadute sul territorio: ospitare gli studenti e i docenti vorrà dire predisporre le infrastrutture per accoglierli. Ad esempio, sarà sviluppato un laboratorio fisico, in cui chi svolgerà studi sul campo, potrà poi approfondire le proprie rilevazioni e analisi. A stretto contatto con lo sviluppo dei cantieri.

Il Politecnico di Torino, infatti, significa anche ricerca. Come quella sviluppata, ad esempio, per il brevetto di Enertun, per la realizzazione di un concio "energetico" in calcestruzzo pensato, realizzato e firmato dall'ateneo. Un sistema innovativo, che è stato presentato a metà novembre e che è capace di svolgere un doppio ruolo: da un lato, condotto per il passaggio della futura metropolitana torinese; dall'altro, impianto per lo sfruttamento geotermico, grazie all'integrazione con una rete di tubi, dove passa un fluido e che scambiano il calore con il terreno circostante per trasportarlo in superficie. Il concio è stato installato a scopo sperimentale nella tratta Lingotto-Bengasi della linea 1 della metropolitana di Torino, in fase di costruzione.

Sullo stesso principio, si muoverà l'accordo con Telt. «L'intenzione - conferma Virano - è partecipare in modo coordinato a bandi europei. Che possano sostenere, anche a livello economico, progetti destinati a trasformare davvero la Torino-Lione in una sfida di avanguardia ed eccellenza».

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