Appalti

Costruzioni/2. Perso in 10 anni il 28% dei posti di lavoro, ma (forse) c'è una ripresina

di Alessandro Arona

I dati Istat sull'occupazione mostrano una importante contrazione del 4,4% nel 2016 e una nuova contrazione nella secondo trimestre del 2017 (-2,06%), dopo un debole segnale di ripresa del I trimestre (+0,64%). Ma i dati del Ministero del Lavoro segnalano da quest'anno un saldo attivo tra rapporti di lavoro attivati e cessati, +6,6% nel 2017 (dati al 10 novembre).
Il punto, però, è che dal 2008 a oggi il settore ha perso quasi un terzo dei suoi occupati.

DATI ISTAT ELABORATI DAL CRESME
Nel 2008 gli occupati in edilizia erano quasi due milioni, 1.953.000, ma da allora, anno dopo anno e senza sosta, i lavoratori del settore sono crollati del 28%, fino ai 1.424.000 del secondo trimestre 2017, ancora in calo.
Si tratta di 549mila occupati in meno, con un calo del 32% nei dipendenti (da 1.238.000 a 846mila ) e del 21% negli autonomi (da 714mila a 578mila).
Quasi tutte le uscite riguardano lavoratori italiani, che sono scesi del 31%, da 1.678.000 (l'86% del totale) a 1.186.000 (l'83,2%), mentre gli stranieri sono scesi solo del 13%, da 275mila a 238mila.
Nello stesso periodo, dal 2008 al 2017 (II° trimestre) gli occupati in agricoltura sono saliti di 33mila unità (+4%), con un calo fino al 2013 e poi una ripresa costante ancora in corso.
Gli occupati nell'industria, dopo un calo del 10% dal 2008 al 2013, sono rimasti più o meno stabili, con un saldo finale 2008-2017 di 396mila unità perse, l'8% in meno.
I servizi, con qualche alto e basso, hanno continuato a salire: dal 2008 al 2017 891mila unità in più, +6%.
In sostanza, dunque, gran parte dei posti persi sono in edilizia (il 58% del totale), e con un'incidenza sul settore pari al 28%, mentre in industria è stata solo dell'8%.
Se guardiamo i dati dell'Osservatorio Casse edili i posti persi nelle costruzioni sarebbero pari al 26% del totale (da 1.909.000 a 1.418.000).

L'incidenza dell'occupazione irregolare, inoltre, sarebbe aumentata negli ultimi anni (elaborazione Ance su dati Istat), dal 15,6 al 16,9%.

Fin qui i dati Istat. Tuttavia il Cresme evidenzia che dai dati del ministero del Lavoro su attivazioni e cessazioni emerge un saldo positivo a partire da quest'anno, con 45mila unità in più nel primo semestre di quest'anno.
«I dati del Ministero del lavoro - commneta il Cresme - sulle Comunicazioni obbligatorie, confermano un saldo positivo tra attivati e cessati nel 2015, una flessione nel 2016 e una ripresa nel primo semestre del 2017. Che la ripresa occupazionale del settore non sia ancora avviata è certo, ma il quadro, data anche la caratterizzazione del settore delle costruzioni, che vede ormai presenti contratti sul cantiere di varia natura provenienti da altri settori economici (industria, commercio e anche agricoltura), presenta certo anche problemi di rilevazione e sistematizzazione delle informazioni».



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