Appalti

Infrastrutture per il turismo, oggi in conferenza Stato-Regioni l'ok finale al piano del Mit

di Massimo Frontera

Oggi, salvo sorprese dell'ultim'ora, la conferenza Stato-Regioni darà l'intesa allo schema del Dm Infrastrutture che adotta il Piano straordinario della mobilità turistica, realizzato con il coordinamento di Pierluigi Coppola, docente di Trasporti all'Università di Roma Tor Vergata ed esperto della struttura tecnica di missione del ministero delle Infrastrutture.

Il documento fa parte della più ampia strategia di governo per la valorizzazione del turismo (è infatti previsto dal Dl n.83/2014 sulla valorizzazione dei Beni culturali del Paese) ma si incrocia anche con le infrastrutture per la mobilità: sia quelle esistenti, sia quelle in corso di realizzazione, sia quelle da fare. Nel settembre scorso i contenuti del piano erano stati comunicati pubblicamente dal ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio e dei Beni culturali Dario Franceschini. Un primo passaggio istituzionale in conferenza Stato Regioni c'è stato un mese fa. Il documento invece all'ordine del giorno della Conferenza di oggi contiene due modifiche chieste (e ottenute) dagli enti territoriali.

I contenuti
La prima modifica consiste nell'eliminazione della lista degli oltre cento siti turistici di interesse regionale. «L'elenco - spiega Coppola - risale al 2015 ed è in parte superato». Ciascuna Regione, anche in forza delle prerogative costituzionali, aggiornerà la propria lista di siti. Più interessante la seconda modifica introdotta nel piano. «Le Regioni - spiega sempre Coppola - hanno chiesto di integrare la metodologia di analisi di accessibilità dei siti con degli indicatori che potessero aiutare le Regioni stesse a sviluppare servizi locali di accesso ai siti turistici».
Il piano ha un orizzonte pluriennale perché traguarda il 2022, ma avrà un aggiornamento annuale. «Lo schema di decreto di adozione del piano prevede che gli obiettivi del piano vengano monitorati attraverso l'istituzione di un tavolo presso il ministero delle Infrastrutture con i rappresentanti di Mit, Mibact e Regioni», aggiunge Coppola.
Il documento non stanzia nuove risorse, ma fa una ricognizione delle iniziative in corso, alcune delle quali già finanziate. «Ma l'elemento di valore per gli operatori privati - ricorda il tecnico della struttura tecnica di missione del Mit - sta nel fatto di conoscere i siti, gli obiettivi e i driver del turismo su cui poter investire perché sono stati individuati a livello nazionale e condivisi dalle Regioni».

I quattro obiettivi strategici
Il piano straordinario indica quattro obiettivi strategici. Il primo è la quello di accrescere l'accessibilità ai siti turistici per rilanciare la competitività dell'industria del turismo, attraverso il potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di mobilità che consentono al turista una fruizione completa dell'esperienza turistica. Il secondo obiettivo è la valorizzazione del patrimonio infrastrutturale esistente come elemento di offerta turistica, attraverso il riuso intelligente e il riutilizzo delle infrastrutture di trasporto come elemento di attrazione turistica. Al terzo posto c'è la digitalizzazione dell'industria del turismo a partire dalla mobilità, mettendo in rete iniziative di upgrading tecnologico della filiera turistica, al fine di espandere le opportunità di approfondimento e fruizione della località turistica. Infine, c'è la promozione di modelli di mobilità turistica sostenibile, attraverso lo sviluppo di percorsi ciclo-pedonali attrezzati per le esigenze dei turisti.
Questa visione declinata nei quattro obiettivi del piano straordinario in realtà sono anche le quattro parole chiave che si ritrovano nei quattro obiettivi strategici del Piano nazionale dei trasporti del Mit. In altre parole, nel piano si ritrova una trasposizione, in chiave turistica, di contenuti, obbiettivi e valori della politica nazionale dei trasporti sintetizzata nel quadro strategico "Connettere l'Italia", che è parte del Def 2017.

L'analisi dell'accessibilità
Come si diceva, il Piano propone un modello di analisi dell'accessibilità ai principali siti turistici del Paese. Analisi che, attraverso l'integrazione tra infrastrutture e servizi nazionali e locali, consentirà di migliorare la fruibilità e la competitività del sistema turistico nazionale. Il modello si basa sull'individuazione delle porte di accesso (stradali, ferroviarie, marittime) del turismo in Italia e propone una metodologia per l'individuazione dei siti che richiedono un potenziamento delle infrastrutture e dei servizi di mobilità locali.

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