Appalti

Turchia, commesse infrastrutturali e joint venture tra Pmi per vincere in paesi terzi

di Celestina Dominelli

Nuove opportunità si aprono per le aziende italiane in Turchia, mercato strategico per la penisola, con export e investimenti che, nel 2016, hanno toccato, rispettivamente, 9,6 e 4,1 miliardi. Ieri il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, ha incontrato il collega turco, Nihat Zeybekci, titolare dell’Economia, nel corso del business forum organizzato da Confindustria (rappresentata dal presidente della Piccola Industria, Alberto Baban), dall’Ice e dall’omologa turca Deik. Il confronto è servito a rinsaldare l’asse tra i due paesi, con l’obiettivo di stimolare più joint venture tra le piccole e medie imprese delle due sponde. Il mercato turco offre infatti significative opportunità di crescita: prova ne è l’interscambio commerciale che, nel decennio 2007-2016, ha raggiunto i 17 miliardi di euro e che, lo scorso anno, è cresciuto su base annuale del 2,7% con l’Italia seconda solo alla Germania sia per importazioni che per export (risultati confermati nei primi sette mesi del 2017).

I due ministri hanno quindi ribadito la necessità di individuare ulteriori strumenti per le pmi attive in quel mercato con le associazioni degli industriali, la Sace (presente all’incontro di ieri con l’ad Alessandro Decio) e la Turk Exim (l’analoga turca), nonché i due istituti per il commercio estero che dovranno identificare possibili opportunità anche in occasione della partecipazione a eventi fieristici. «La Turchia si conferma non solo una destinazione chiave per export e investimenti italiani - spiega l’ad di Sace, Alessandro Decio, al Sole 24 Ore - ma anche un partner strategico per la competitività delle nostre imprese in altri paesi emergenti ad alto potenziale. Siamo infatti certi che, con il supporto congiunto di Sace e Turk Exim, la combinazione tra il know how ingegneristico delle imprese italiane e la capacità di mobilizzare risorse delle imprese turche possa risultare vincente ai fini dell’aggiudicazione di importanti commesse in progetti infrastrutturali ed energetici in Africa, Medioriente, Russia e Asia Centrale».

Intanto, però, le aziende italiane provano a sfruttare l’enorme mole di investimenti in arrivo nel paese, a cominciare dal piano da 2,75 miliardi di euro che la Istanbul Metropolitan Municipaliy (Imm), la maggiore delle trenta municipalità metropolitane, ha messo sul piatto per promuovere lo sviluppo infrastrutturale, inclusa la costruzione della linea ferroviaria metropolitana Eminonu-Alibeykoy. E, proprio per facilitare l’assegnazione di nuove commesse a esportatori italiani, la Sace ha garantito un finanziamento da 100 milioni di euro, erogato da Intesa Sanpaolo e Ing, in favore della Imm, nell’ambito di un approccio sempre più proattivo (la cosiddetta “push strategy”), previsto dal nuovo piano industriale della controllata di Cdp. E, in effetti, l’intervento della Sace, che a febbraio scorso ha siglato un accordo di co-assicurazione con Turk Exim, ha già prodotto un primo risultato: dopo la firma del contratto di finanziamento, è stata infatti annunciata l’assegnazione di una prima commessa, da 690 milioni di euro, a un consorzio di cui fa parte anche Astur (la controllata turca di Astaldi) per la linea della metropolitana Mahmutbey-Bahcesehir-Esenyurt.

E altre gare sono in rampa di lancio: dalla commessa per il passante che dovrebbe unire l’aeroporto internazionale di Istanbul-Sabiha Gokcen al quartiere di Kurtkoy (valore 171 milioni) al progetto di collegamento monorotaia Sefakoy-Halkali-Basaksegir (270 milioni). E, per facilitare il coinvolgimento delle imprese italiane, la Sace organizzerà presto un incontro tra Imm e le aziende potenzialmente interessate per illustrare i progetti infrastrutturali e le opportunità che potrebbero schiudersi in altri settori (dal trattamento dei rifiuti alla distribuzione e fornitura gas).

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