Appalti

Bilancio/2. «Cip» di 5 milioni l'anno per bonificare i siti con rifiuti radioattivi

di Giuseppe Latour

Un nuovo fondo di rotazione dedicato al finanziamento delle bonifiche dei siti industriali contaminati da rifiuti radioattivi. Il capitolo della legge di Bilancio 2018 riservato alle infrastrutture e all'ambiente contiene anche questa novità: un nuovo strumento dedicato alla messa in sicurezza di aree che comportino pericoli per l'incolumità pubblica. Avrà a disposizione risorse per 15 milioni di euro su base triennale, fino al 2020. E funzionerà secondo un inedito meccanismo agganciato alla rivalsa: saranno i soggetti che hanno causato i danni a rimborsare il plafond, alimentando il meccanismo rotativo nel corso del tempo.

La disposizione, introdotta dall'articolo 50 della manovra, istituisce un fondo rotativo presso il ministero dell'Ambiente «volto a finanziare gli interventi, per la messa in sicurezza e il risanamento dei siti con presenza di rifiuti radioattivi di cui all'articolo 126-bis del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230»: si tratta delle situazioni nelle quali un sito è stato esposto in maniera prolungata a radiazioni. In particolare, il fondo guarda agli interventi di bonifica di installazioni industriali contaminate da sostanze radioattive che comportino pericoli rilevanti per l'incolumità pubblica.

La dotazione di questo fondo sarà di 5 milioni di euro per ciascuno degli anni 2018, 2019 e 2020: quindi, si parla complessivamente di 15 milioni. A questa disponibilità base si andranno ad aggiungere gli importi derivanti dall'esercizio del diritto di rivalsa, «che sono versati su apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnati a favore del predetto fondo», secondo quanto dice le manovra. Chi ha causato il danno andrà, cioè, ad alimentare direttamente le disponibilità di questo nuovo fondo. Il plafond, con questo schema, andrà a finanziare le spese necessarie per la messa in sicurezza dei siti.

Il fondo, una volta messo in movimento, agisce in maniera leggermente diversa rispetto ad altri strumenti simili, sperimentati negli scorsi anni. È previsto che, una volta effettuata l'investimento, sia esercitato un diritto di rivalsa verso chi abbia causato o concorso a causare le spese per l'attuazione degli interventi. Quindi, la restituzione del denaro potrà essere richiesta a chi ha causato il danno che ha reso necessaria la bonifica. Questo, nella pratica, potrebbe allungare i tempi di recupero. La rotatività del fondo - spiega allora la relazione di accompagnamento - «non deriva dalla natura finanziaria delle operazioni, ma dagli esiti dell'attività di rivalsa, che potrà essere valutata solo a consuntivo».

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