Appalti

Vuoi l'appalto per la bonifica? Ok: «sponsorizza» il Comune

di Mauro Salerno

Qualcuno provocatoriamente l'ha subito definito il «bando con la mazzetta legalizzata». Al Comune di Pesco Sannita (duemila abitanti in provincia di Benevento) non si sono però scandalizzati. Anzi. Il dirigente che ha avuto l'idea di legare l'aggiudicazione dei lavori di bonifica della discarica comunale (valore 1,3 milioni di euro) alla "sponsorizzazione" delle attività istituzionali del Comune per un importo di almeno 39mila euro rivendica l'idea come un «modo per finanziare attività e opere alla luce del sole».

Riavvolgiamo il nastro. A fare notizia è la scelta - quanto meno creativa - del Comune di Pesco Sannita di bandire una normalissima gara di lavori imponendo all'aggiudicatario di sottoscrivere un «contratto accessorio» all'appalto principale, in cui si impegna «a versare la somma di 39mila euro per sponsorizzare le attività istituzionali dell'Ente appaltante».

La clausola ha destato l'attenzione delle associazioni dei costruttori che si occupano di monitorare i bandi di gara per contestare eventuali anomalie. Il pagamento di lavori attraverso forme di sponsorizzazione non è estraneo al codice dei lavori pubblici. Con questa formula si sono realizzati importanti operazioni, come ad esempio il restauro del Colosseo a Roma. Il fatto è che in questi casi bisogna fare una gara ad hoc. E soprattutto regola vuole che l'appaltatore ottenga visibilità in cambio della realizzazione dei lavori. Qui invece la possibilità di farsi pubblicità (con una «targa lapidea o metallica di dimensioni max di cm 30 x 50» e con un «striscione della dimensione max di m . 1 x 7») viene riconosciuta in cambio del versamento di una somma di denaro legata all'attribuzione dell'appalto.

Dopo la guerra di carte bollate e le polemiche scoppiate per il bando senza compenso promosso dal Comune di Catanzaro, forse non c'è nemmeno bisogno di stupirsi troppo della inesauribile vena creativa che le amministrazioni sono capaci di mettere in campo per far fronte alla penuria di risorse. E a Pesco Sannita, piuttosto, si stupiscono per l'interesse destato dal bando ( aperto fino al prossimo 21 novembre) con obbligo di sponsorizzazione delle iniziative comunali. Anche perché non è mica una prima assoluta. «Anche altri Comuni limitrofi hanno banditodi recente appalti con clausole analoghe - dice il responsabile del procedimento Giuseppe Corbo -. E anche noi l'abbiamo già fatto». Di più «In precedenza avevamo inserito la sponsorizzazione delle attività del Comune tra i criteri di valutazione delle offerte».

Un'operazione ancora più "spregiudicata" che però, a detta del Rup, insieme a diverse obiezioni, ha portato anche i suoi frutti. «Con i fondi ottenuti grazie a queste sponsorizzazioni abbiamo realizzato anche un ascensore per disabili - dice -. È uno strumento per ottenere fondi alla luce del sole evitando formule molto meno trasparenti». Sarà. Ma agli occhi degli esperti è anche un modo per esporre la gara - e il successivo cantiere - al rischio ricorsi.

Qualcuno provocatoriamente l'ha subito definito il «bando con la mazzetta legalizzata». Al Comune di Pesco Sannita (Benevento) non si sono però scandalizzati. Anzi. Il dirigente del Comune che ha avuto l'idea di legare l'aggiudicazione dei lavori di bonifica della discarica comunale (valore 1,3 milioni di euro) alla "sponsorizzazione" delle attività istituzionali del Comune per un importo di almeno 39mila euro rivendica l'idea come un «modo per finanziare attività e opere alla luce del sole».

Riavvolgiamo il nastro. A fare notizia è la scelta - quanto meno creativa - del Comune di Pesco Sannita di bandire una normalissima gara di lavori imponendo all'aggiudicatario di sottoscrivere un «contratto accessorio» all'appalto principale in cui si impegna «a versare la somma di 39mila euro per sponsorizzare le attività istituzionali dell'Ente appaltante». La clausola ha destato l'attenzione delle associazioni dei costruttori che si occupano di monitorare i bandi di gara per contestare eventuali anomalie. Il pagamento di lavori attraverso forme di sponsorizzazione non è estraneo al codice dei lavori pubblici. Con questa formula si sono realizzati importanti operazioni, come ad esempio il restauro del Colossseo a Roma. Il fatto è che in questi casi bisogna fare una gara ad hoc. E soprattutto regola vuole che l'appaltatore ottiene visibilità in cambio della realizzazione dei lavori.
Qui invece la possibilità di farsi pubblicità viene offerta (con una «targa lapidea o metallica di dimensiuoni max di cm 30 x 50» e con un «striscione della dimensione max di m . 1 x 7) viene riconosciuta in cambio del versamento di una somma di denaro legata all'attribuzione dell'appalto.

Dopo la guerra di carte bollate e le polemiche scoppiate per il bando gratutito promosso dal Comune di Catanzaro, forse non c'è nemmeno bisogno di stupoirsi troppo della inesauribile vena creativa che le amministrazioni soino capaci di mettere in campo per far fronte alla penuria di risorse. E a Pesco Sannita, piuttosto, si stupiscono per l'interesse destato dal bando ( aperto fino al prossimo 21 novembre) con obbligo di sponsorizzazione del Comune. Anche perchè non è mica una prima assoluta. «Anche altri Comuni limitrofi hanno bandito in passato appalti con clausoile analoghe - dice il repsonsabile del procedimento Giuseppe Corbo -. E anche noi l'abbiamo già fatto». Di più «In precedenza avevamo inserito la sponsorizzazione delle attività del Comune tra i criteri di valutazione delle offerte» Un'operazione ancora più "spregiudicata" che però, a detta del Rup, insieme a diverse obieizoni ha portato i suoi frutti. «Con i fondi ottenuti grazie a queste sponsorizzazioni abbiamo realizzato anche un ascensore per disabili - dice -. È uno strumento per ottenere fondi alla luce del sole evitando formule molto meno trasparenti». Sarà. Ma agli occhi degli esperti è anche un modo per esporre la gara - e il successivo cantiere - al rischio ricorsi.

Il bando del Comune di Pesco Sannita

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