Appalti

Appalti/2. Dai «criteri ambientali minimi» risparmi fino a mezzo miliardo l'anno

di Giuseppe Latour

Il ministero dell'Ambiente avanza nel lavoro di pubblicazione dei criteri ambientali minimi. È, infatti, appena andato in Gazzetta ufficiale (n. 244 del 10 ottobre 2017) il decreto 27 settembre del 2017 sui Cam nel settore dell'illuminazione pubblica che, tra l'altro, regola gli affidamenti dei servizi di progettazione. Con l'utilizzo su larga scala di queste specifiche tecniche, secondo le stime del Governo, sarebbe possibile un risparmio di circa mezzo miliardo di euro ogni anno per gli enti locali.

I criteri ambientali minimi sono una delle novità più rilevanti inserite nel nuovo Codice degli appalti (Dlgs 50/2016). La regola è che per le stazioni appaltanti italiane sono obbligatori i criteri emanati dal ministero dell'Ambiente: queste dovranno inserire nei bandi di gara almeno le specifiche tecniche e le clausole contrattuali presenti nei documenti che vengono pubblicati. Ma non solo. La norma prevede che i Cam siano tenuti in considerazione anche "ai fini della stesura dei documenti di gara per l'applicazione del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa". Concretamente, quindi, il nuovo meccanismo cerca di creare degli standard di sostenibilità diffusi su tutti i bandi della pubblica amministrazione.

Il documento appena pubblicato, allora, fissa i criteri ambientali minimi relativi all'acquisizione di sorgenti luminose per illuminazione pubblica, per l'acquisizione di apparecchi per l'illuminazione pubblica e l'affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica. Il testo affronta principalmente tre ambiti: l'innalzamento delle prestazioni richieste in tema di efficienza energetica, durata e affidabilità degli impianti, un approfondimento dei temi riguardanti l'inquinamento luminoso, il tema degli aspetti sociali connessi agli appalti pubblici. Le modifiche ai Cam riguardano l'efficienza energetica, la durabilità e il tasso di guasto di tutti i corpi illuminanti, ma anche le prestazioni degli apparati attraverso l'aggiornamento di due indici.

Le prestazioni richieste sono differenziate a seconda delle aree da illuminare, per adattarsi a ogni tipo di esigenza. E' stato stimato che la sostituzione di tutti i vecchi impianti di illuminazione pubblica porterebbe un possibile risparmio economico di circa 500 milioni di euro l'anno per gli enti locali, nonché una riduzione consistente dei consumi energetici e delle emissioni di gas serra. L'aspetto dell'inquinamento luminoso è stato invece affrontato attraverso una dettagliata "zonizzazione" delle aree da illuminare, precisando per ogni area il livello massimo di diffusione verso l'alto della luce.

I nuovi criteri ambientali affrontano inoltre gli aspetti sociali degli appalti verdi, vigilando che i candidati dimostrino di adottare modelli organizzativi e gestionali in grado di prevenire comportamenti illeciti nei confronti dei lavoratori e garantire il massimo rispetto delle convenzioni internazionali. Entro fine anno sarà pronta anche la scheda che aggiorna i Criteri del servizio di gestione degli impianti di illuminazione pubblica, con l'obiettivo di migliorare gli aspetti gestionali, fare una migliore manutenzione e gestione degli apparati dismessi attraverso un loro recupero, in un maggiore coordinamento con le altre attività di manutenzione e gestione delle aree urbane.

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