Appalti

Manovra/3. Contributi e spazi finanziari, doppia spinta agli investimenti dei comuni

di Gianni Trovati

Un doppio aiuto agli investimenti locali, accompagnato da qualche sostegno anche alla spesa corrente e da un alleggerimento per la manovra a carico dei bilanci extra-sanitari delle Regioni e un sostegno anche alla spesa corrente.Il quadro delle misure prospettate per gli enti locali dalla legge di bilancio è tutt'altro che "austero". Certo, le cifre non sono enormi, in linea con la manovra leggera studiata dal governo, ma il segno è espansivo.Il cuore anche politico delle misure sui Comuni, richiamato più di una volta in conferenza stampa dal ministro dell'Economia Padoan, sono gli investimenti. Per favorirli ci sono due strumenti. Il primo è dedicato alle amministrazioni locali dai bilanci più floridi, che hanno risparmi nei conti (gli avanzi di amministrazione) ma non possono spenderli senza sforare i vincoli del pareggio di bilancio. Per loro c'è in cantiere un finanziamento aggiuntivo da 200 milioni, per condurre a 900 milioni (per quasi metà destinati all'edilizia scolastica) il valore del «patto nazionale», lo strumento con cui lo Stato libera spazi finanziari per gli investimenti a favore dei Comuni che poi possono effettuare la spesa.

Ma la manovra guarda anche alle amministrazioni locali in cui gli avanzi non ci sono (come anticipato sul Sole 24 Ore di ieri), con un contributo diretto che potrebbe attestarsi intorno ai 150 milioni nel 2018 (ma in crescita negli anni successivi). In arrivo ci sono poi nuove risorse per la riqualificazione delle periferie, da reperire probabilmente riservando ai Comuni una quota del fondo investimenti (i 47 miliardi messi a disposizione per il 2017-2032 dal comma 140 della manovra dello scorso anno) dopo il successo del primo bando periferie: le delibere Cipe che finanziano con 2,1 miliardi i 120 progetti presentati dalle città hanno concluso il loro iter la scorsa settimana con le ultime firme del premier Gentiloni. Per Città metropolitane e Province viene raccolta anche una cifra intorno ai 300 milioni per sostenere lo squilibrio corrente.Per il resto, si affaccia in manovra una replica del fondo da 300 milioni destinato ai piccoli Comuni in cui la Tasi non riusciva a pareggiare le entrate dell'Imu sull'abitazione principale, e una limatura degli obblighi di accantonamento imposti dalla riforma della contabilità per coprire i buchi della riscossione.Nel caso delle Regioni c'è da coprire il taglio da 2,7 miliardi messo in calendario per il prossimo anno dalla manovra 2015. Questo contributo alla finanza pubblica dovrebbe essere prima di tutto alleggerito di 100 milioni, e accompagnato per 2,2 miliardi dal meccanismo che lo scorso anno ha permesso alle Regioni di "tenersi" le risorse senza incidere sull'indebitamento netto. Probabile poi la replica del sostegno statale alle spese regionali per i centri per l'Impiego.

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