Appalti

Lavori all'estero/2. Salini Impregilo si consolida al vertice, balzo di Rizzani de Eccher

di A.A.

Tra i "campioni" italiani delle costruzioni all’estero Salini Impregilo consolida la sua posizione di vertice con un balzo del fatturato estero dai 4.028 milioni del 2015 ai 5.585 del 2016 (pari al 91% del totale). Segue Astaldi, con 2.524,7 milioni di ricavi fuori Italia (rispetto ai 2.357 del 2015), pari all’84% del totale.

Al 3° posto Condotte, in crescita da 772 a 803 milioni (61% del totrale). Al 4° posto Rizzani de Eccher, con un boom di ricavi all'estero da 546 a 778 milioni (85% del totale nel 2016). Segue (5° posto) Bonatti, 662 milioni, pari all’83% del totale. Al sesto posto la cooperativa Cmc con 589,1 milioni all’estero, "solo" il 55% del suo fatturato (che vale 1.063 milioni, n. 4 tra le imprese italiane).

Quasi tutto all’estero invece per la numero 7 in classifica, Trevi, 569 milioni fuori Italia su 617 milioni (92%). E così Sicim, 590,5 milioni all’estero su 512,7 (il 99%). Forte in Italia e all’estero è invece Pizzarotti, 500,7 milioni di ricavi all’estero su 780,4, pari al 64%. Al decimo posto Ghella, 407 milioni all’estero su 620 totali (65%).

Il campione delle imprese di costruzione italiane forti all'estero è salito nel Rapporto 2017 a 43 imprese, con sette imprese al loro debutto: Itinera (Gruppo Gavio) e Vianini Lavori (Caltagirone), imprese medio-grandi (oltre 100 milioni di euro di fatturato) negli ultimi anni "all Italy" che stanno ora puntando con convinzione anche all'estero; poi Toto spa, che ha una piccola quota estera in crescita. E poi piccole imprese di ambito regionale, che puntano all'estero per lavori di taglio medio-piccolo: Nessi & Majocchi, Europea 92, Donati, MBA.

La Classifica delle Top 30 nel 2016

La classifica delle Top 30 nel 2015

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