Appalti

Codice appalti, in dirittura d'arrivo il Dm sui livelli di progettazione

di Giuseppe Latour

Dm sui livelli di progettazione verso lo sblocco. Il decreto ministeriale, che darà attuazione all'articolo 23 comma 3 del Codice appalti, dopo i rallentamenti registrati nei mesi scorsi sta vivendo finalmente un'accelerazione decisiva. Venerdì prossimo, infatti, l'assemblea plenaria del Consiglio superiore dei lavori pubblici esaminerà un testo che terrà conto delle osservazioni del Consiglio di Stato e di quelle delle Regioni. A quel punto, dopo il passaggio in Conferenza delle Regioni, la strada sarà spianata verso il via libera finale.
Il provvedimento - va ricordato - rappresenta una piccola rivoluzione nel sistema degli appalti italiani. Il testo infatti definirà un nuovo sistema articolato su tre livelli: progetto di fattibilità tecnica ed economica, progetto definitivo e progetto esecutivo. Sono tre momenti che, in base all'articolo 4, «si sviluppano senza soluzione di continuità». L'innovazione più grande è costituita dal primo livello, che sostituirà il preliminare e che sarà rafforzato in modo consistente: l'idea è mettere a disposizione di stazioni appaltanti e imprese, con questo livello progettuale, un dato tecnico ed economico che resti fisso e non venga modificato nelle fasi successive.

Quindi, il progetto di fattibilità sarà più ricco del vecchio preliminare e conterrà una serie di indagini che venivano solo accennate in passato. Anticipando quello che, nel vecchio sistema, veniva fatto nel quadro del definitivo. Questa revisione del primo livello porta, a cascata, conseguenze sui due livelli successivi che, scorrendo le pagine del decreto, escono alleggeriti in maniera consistente. L'approvazione del decreto darà via libera, poi, a una serie di novità collaterali. A partire, ad esempio, dal nuovo decreto per i parametri da porre e base delle gare di progettazione.

Questo testo così strategico, però, ha subito nei mesi scorsi diverse battute di arresto. A inizio gennaio è stato soprattutto il Consiglio di Stato a esprimere numerosi rilievi, chiedendo al ministero delle Infrastrutture ritocchi da concordare con la Conferenza Stato Regioni e con Itaca. Per questo motivo, è stato necessario che il Consiglio superiore, titolare del lavoro tecnico sul testo, rimettesse mano al provvedimento. E adesso quel lavoro è finalmente in dirittura d'arrivo. La plenaria di venerdì prossimo, infatti, analizzerà una versione del decreto che dovrebbe essere praticamente definitiva. Tra le novità dell'ultima ora, una molto rilevante riguarda i prezzari. Per la redazione dei computi metrico estimativi, infatti, non si farà più riferimento solo all'elenco dei prezzi unitari del ministero delle Infrastrutture. In aggiunta, sarà possibile agganciarsi ai prezzari predisposti dalle Regioni e dalle Province autonome competenti. O, in alternativa, ai «listini delle locali Camere di commercio o ai prezzi correnti di mercato». Una formulazione che tampona una falla del Codice: qui non ci sono indicazioni sulla linea da seguire in caso di mancanza dei prezzari regionali. Questa formulazione, di fatto, riprende allora il testo del vecchio Dpr n. 207/2010, il regolamento appalti.

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