Appalti

Autostrade, più traffico ma investimenti in calo. Bene la redditività, ma utili netti giù

di Alessandro Arona

La relazione annuale del ministero delle Infrastrutture sul sistema autostradale in concessione conferma le anticipazioni di «Edilizia e territorio» del giugno scorso: gli investimenti in nuove opere e manutenzione straordinaria (la spesa effettiva), hanno battuto nel 2016 un nuovo record negativo, 1.064,26 milioni di euro, pari a un calo del 23,8% rispetto ai 1.398 milioni del 2015 e pari al valore più basso degli ultimi dieci anni.
Continuano a crescere - per il quarto anno consecutivo - i ricavi netti da pedaggio, +4,1% a 5,71 miliardi di euro, in gran parte per l'aumento del traffico veicolare; cresce anche il risultato operativo cumulato delle società (+1,6% a 2,585 miliardi), mentre a scendere è l'utile netto complessivo, -21,6% a 1.115 milioni, ma dopo il +35% da 1.052 a 1.422 mln registrato nel 2015.

INVESTIMENTI
Gli investimeti 2016 sono stati solo il 49% di quanto previsto nei piani economico-finanziari (Pef operativi), un dato negativo ma in linea con quello dei due anni precedenti: 1.477 milioni investiti nel 2014, pari al 48% di quanto previsto dai Pef operativi per quell'anno, e 1.397 nel 2015, il 45,2% del previsto.
Nel triennio 2010-2012 gli investimenti erano stati circa due miliardi di euro all'anno, ma con percentuale di attuazione in progressivo calo (83%, 75%, 57%); poi il crollo era cominciato con i 1.632 milioni del 2013 (61%).
Le stime per il 2017 danno gli investimenti di quest'anno abbondantemente sotto il miliardo di euro.

Alla fine del 2016 la spesa progressiva per investimenti nel periodo regolatorio 2008-2016 ammontava a 15.069 milioni di euro, inferiore rispetto alle previsioni riportate dai Piani Finanziari operativi nel medesimo periodo di riferimento, pari a 21.709 mln, pari a una percentuale di attuazione del 69,41%.
«Tale differenza - sostiene il Mit - risulta in larga parte composta dai ritardi registrati nella esecuzione di un limitato numero di opere tra cui rientrano l'autostrada Asti-Cuneo, l'autostrada Valdastico e l'autostrada Tirrenica».
Spulciando la tabella a pagina 75 si vede in realtà che nel ritardo complessivo rispetto ai Pef hanno pesato in modo significativo anche il Brennero (concessione scaduta e in prorogatio), la Cisa (progetto Tibre fermo da anni), Autovie Venete (finanziamenti bloccati per anni per la scedenza imminente, 31/3/2017), la Salt (scadenza ravvicinata, 2019) la Satap A4 (problemi autorizzativi).

«Escludendo l'effetto dei ritardi per le suindicate opere - annota il Mit - la percentuale di attuazione dei programmi d'investimento risulterebbe prossima all'85%».

DATI DI BILANCIO
Dall'analisi della gestione emerge come nel 2016 il settore abbia generato un fatturato pari a 6,896 miliardi di euro, per la maggior parte derivante dai pedaggi (5,71 mld, quasi l'83% del totale): in particolare, i ricavi netti da pedaggio sono aumentati del 4,1%, grazie soprattutto all'aumento di traffico localizzato su alcune tratte. L'utile netto, però, è calato del 21,6% a 1,115 miliardi (crescono invece sia il Mol che il risultato operativo aggregato).

La redditività operativa resta molto elevata, e in aumento. Il risultato operativo è stato di 2.585 milioni di euro, +1,6% sul 2015 dopo il +19,6% del 2015/2014. Il dato 2016 è il più alto degli ultimi otto anni.
Il Roe (redditività degli investimenti) resta stabile all'8,9%, in leggero calo rispetto al 9,5% medio del 2009-2011.

Il quoziente di indebitamento (debiti/capitale proprio) è in calo per il terzo anno consecutivo, e vale 3,04, dopo essere schizzato da 2,72 a 3,76 nel 2010, ed essere rimasto negli ultimi anni sempre intorno a 3,5.

Le 642 pagine della relazione del Mit sulle autostrade

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