Autostrade, più traffico ma investimenti in calo. Bene la redditività, ma utili netti giù
La relazione annuale del ministero delle Infrastrutture sul sistema autostradale in concessione conferma le anticipazioni di «Edilizia e territorio» del giugno scorso: gli investimenti in nuove opere e manutenzione straordinaria (la spesa effettiva), hanno battuto nel 2016 un nuovo record negativo, 1.064,26 milioni di euro, pari a un calo del 23,8% rispetto ai 1.398 milioni del 2015 e pari al valore più basso degli ultimi dieci anni.
Continuano a crescere - per il quarto anno consecutivo - i ricavi netti da pedaggio, +4,1% a 5,71 miliardi di euro, in gran parte per l'aumento del traffico veicolare; cresce anche il risultato operativo cumulato delle società (+1,6% a 2,585 miliardi), mentre a scendere è l'utile netto complessivo, -21,6% a 1.115 milioni, ma dopo il +35% da 1.052 a 1.422 mln registrato nel 2015.
INVESTIMENTI
Gli investimeti 2016 sono stati solo il 49% di quanto previsto nei piani economico-finanziari (Pef operativi), un dato negativo ma in linea con quello dei due anni precedenti: 1.477 milioni investiti nel 2014, pari al 48% di quanto previsto dai Pef operativi per quell'anno, e 1.397 nel 2015, il 45,2% del previsto.
Nel triennio 2010-2012 gli investimenti erano stati circa due miliardi di euro all'anno, ma con percentuale di attuazione in progressivo calo (83%, 75%, 57%); poi il crollo era cominciato con i 1.632 milioni del 2013 (61%).
Le stime per il 2017 danno gli investimenti di quest'anno abbondantemente sotto il miliardo di euro.
Alla fine del 2016 la spesa progressiva per investimenti nel periodo regolatorio 2008-2016 ammontava a 15.069 milioni di euro, inferiore rispetto alle previsioni riportate dai Piani Finanziari operativi nel medesimo periodo di riferimento, pari a 21.709 mln, pari a una percentuale di attuazione del 69,41%.
«Tale differenza - sostiene il Mit - risulta in larga parte composta dai ritardi registrati nella esecuzione di un limitato numero di opere tra cui rientrano l'autostrada Asti-Cuneo, l'autostrada Valdastico e l'autostrada Tirrenica».
Spulciando la tabella a pagina 75 si vede in realtà che nel ritardo complessivo rispetto ai Pef hanno pesato in modo significativo anche il Brennero (concessione scaduta e in prorogatio), la Cisa (progetto Tibre fermo da anni), Autovie Venete (finanziamenti bloccati per anni per la scedenza imminente, 31/3/2017), la Salt (scadenza ravvicinata, 2019) la Satap A4 (problemi autorizzativi).
«Escludendo l'effetto dei ritardi per le suindicate opere - annota il Mit - la percentuale di attuazione dei programmi d'investimento risulterebbe prossima all'85%».
DATI DI BILANCIO
Dall'analisi della gestione emerge come nel 2016 il settore abbia generato un fatturato pari a 6,896 miliardi di euro, per la maggior parte derivante dai pedaggi (5,71 mld, quasi l'83% del totale): in particolare, i ricavi netti da pedaggio sono aumentati del 4,1%, grazie soprattutto all'aumento di traffico localizzato su alcune tratte. L'utile netto, però, è calato del 21,6% a 1,115 miliardi (crescono invece sia il Mol che il risultato operativo aggregato).
La redditività operativa resta molto elevata, e in aumento. Il risultato operativo è stato di 2.585 milioni di euro, +1,6% sul 2015 dopo il +19,6% del 2015/2014. Il dato 2016 è il più alto degli ultimi otto anni.
Il Roe (redditività degli investimenti) resta stabile all'8,9%, in leggero calo rispetto al 9,5% medio del 2009-2011.
Il quoziente di indebitamento (debiti/capitale proprio) è in calo per il terzo anno consecutivo, e vale 3,04, dopo essere schizzato da 2,72 a 3,76 nel 2010, ed essere rimasto negli ultimi anni sempre intorno a 3,5.
Le 642 pagine della relazione del Mit sulle autostrade
Mit: costo della manodopera ribassabile se giustificato
di Enrico Maria D’Onofrio e Barbara Massara