Appalti

Dopo il Cipe/1. Investimenti Rfi stabili a 4,2 miliardi, dal 2018 nuova crescita

di Alessandro Arona

Gli investimenti ferroviari Rfi, Gruppo Fs (nuove infrastrutture e manutenzione straordinaria) continuano a viaggiare su una spesa effettiva elevata, anche quest'anno oltre quattro miliardi di euro, il 40% superiore alla serie storica 2010-2014 (2,9 miliardi). Gli investimenti Anas, al contrario, sono ancora azzoppati dai due ostacoli posti dallo stesso governo ai suoi piani di crescita.

Prima il nuovo Codice appalti, nel 2016, che ha imposto di riprogettare al livello di "esecutivo" interventi per 1,5 miliardi di euro che erano già pronti alla gara d'appalto, rinviandoli (teoricamente) al 2017. Quest'anno, però, il braccio di ferro interno al governo sul Contratto di programma ha tenuto congelate le risorse aggiuntive, fermando ancora i nuovi lavori. Risultato: l'Anas chiuderà il 2017, per il terzo anno consecutivo, con una spesa per investimenti di 1,7 miliardi di euro, il minimo storico.

L'approvazione del Contratto di programma 2016-2020, però, è finalmente arrivata nella seduta Cipe di lunedì 7 agosto, e il presidente Gianni Armani prevede che dal 2018 la spesa comincerà finalmente a crescere. L'obiettivo del piano industriale è arrivare a regime a tre miliardi di euro l'anno. Nel frattempo, sempre per fine anno, dovrebbe arrivare l'integrazione di Anas nel Gruppo Fs, portando a regime (intorno al 2020) a un insieme di investimenti stradali e ferroviari "nazionali" di 8,5 miliardi di euro l'anno, contro i 5,9 miliardi attuali.

Nel caso delle ferrovie, il ritardo nell'approvazione del contratto di programma (ha avuto il parere favorevole dal Cipe il 7 agosto, sarà definitivo in autunno, il Cipe prevedeva l'anno scorso l'approvazione a gennaio 2017) «non avrà effetti sulle previsioni di investimento». A spiegarlo al Sole 24 Ore è lo stesso Maurizio Gentile, amministratore delegato di Rfi. I finanziamenti sbloccati nel 2016 , oltre 18 miliardi di euro - spiega Gentile - «ci garantiscono un serbatoio di risorse e progetti in corso tale da centrare comnque la previsione di 4,2 miliardi di spesa, nel 2017, che facemmo a inizio anno. Il ritardo di qualche mese, fra l'altro, ci ha consentito di inserire nel piano di investimenti anche i nuovi fondi Fsc concordati dal Mit con le Regioni, arrivando dunque a 13,3 miliardi di euro complessivi di nuove risorse programmate». Ora il Contratto 2017-2021, dopo il Cipe, andrà ai pareri delle Commissioni parlamentari, poi decreto Mit-Mef e Corte dei Conti: «Prevediamo di arrivare all'approvazione finale entro ottobre - afferma Gentile - e dal 2018 il trend di spesa potrà di nuovo salire, per arrivare nelle nostre previsioni a oltre 6 miliardi di euro l'anno».

In questo momento - spiega Gentile - «i principali cantieri in corso sono il Terzo Valico di Genova, che sta tornando a pieno regime dopo il commissariamento, il Brennero, il nodo di Palermo, e una miriade di interventi diffusi, tra cui l'adeguamento delle reti di adduzioni al Gottardo e l'upgrading tecnologico della Torino-Padova linea tradizionale». «Tra le opere in fase di avvio - prosegue - abbiamo i due lotti aggiudicati sulla Napoli-Bari (cè qualche ritardo per un ricorso al Tar), il 1° lotto della Brescia-Verona appena approvato dal Cipe (cantieri a inizio 2018), mentre contiamo di ripartire a ottobre sul nodo di Firenze ed è in corso la gara per il 1° lotto della Catania-Palermo».

Nel caso dell'Anas, invece, i ritardi causati dal governo (indirettamente il Codice appalti 50/2016 e direttamente i ritardi sul nuovo Contratto) hanno fermato gli investimenti Anas, soprattutto sul fronte nuove opere. La società strade ha accelerato la manutenzione straordinaria, con bandi per 1,5 miliardi nel 2016, «e quest'anno - ci spiega il presidente Gianni Armani - cerchiamo di fare più bandi e molte più aggiudicazioni rispetto allo scorso anno» (rispettivamente 2,2 miliardi di euro i bandi Anas 2016 e circa 900 milioni di euro le aggiudicazioni). «Ma per la spesa effettiva - spiega il presidente - stiamo cercando di mantenere la produzione dell'anno scorso (1,7 miliardi, il minimo degli ultimi dieci anni), senza nuove opere, ricordiamolo», che dipendono dal nuovo Contratto. «Nel 2018 - aggiunge Armani - potremo cominciare ad aumentare gli investimenti effettivi, ma molto dipenderà dai tempi del nuovo CdP 2016-2020». Il Dl Manovrina permette all'Anas di attingere in anticipo il 5% dei fondi per la progettazione e il 15% per la manutenzione, ma per le nuove opere bisognerà aspettare la formalizzazione della delibera, la firma del contratto nel testo con le prescrizioni Cipe, la registrazione della Corte dei Conti. Se tutto va bene arriviamo a fine ottobre. Poi l'Anas potrà cominciare a "volare": grazie al nuovop CdP da 23,4 miliardi di opere, copn nuovi finanziamenti per 12,4, la società prevede di poter salire entro un paio d'anni a tre miliardi di euro l'anno di investimenti a regime, quasi il doppio rispetto a oggi.

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