Appalti

Oggi il Cipe da 23 miliardi: Contratti Anas e Rfi, lotti Torino-Lione, autostrade

di Alessandro Arona

Dato la settimana scorsa per rinviato a fine agosto, il Cipe del 7 agosto invece si farà. La seduta del Comitato interministeriale è stata convocata venerdì, e si farà oggi (lunedì 7 agosto) alle 16. Ci sarà - finalmente - il contratto di programma Anas con il corrispettivo e l'autonomia finanziaria, che oltre a sbloccare 12,4 miliardi di nuovi finanziamenti pubblici per investimenti stradali è anche passaggio necessario (anche se non sufficiente) ai fini dell'integrazione dell'Anas nel Gruppo Fs.
Ci sarà poi il contratto Rfi 2017-2021, con 9,9 miliardi di euro di nuovi finanziamenti (che vengono dal Dpcm investimenti firmato da Gentiloni a fine maggio) e la loro programmazione negli anni.
Ci sarà l'approvazione dei lotti costruttivi della Torino-Lione, forse anche una delibera quadro per sbloccare l'impasse sugli aggiornamenti quinquennali delle autostrade, e ci saranno infine 90 milioni di euro per il piano periferie «Aree degradate» (si veda altro servizio).

IL CONTRATTO ANAS
Il nuovo contratto di programma Anas prevede un piano complessivo di 23,4 miliardi di euro, già finanziato per 15,9 miliardi di euro (i restanti 7,5 miliardi dovranno essere reperiti nei prossimi anni, tramite il meccanismo del corrispettivo): circa 6,4 miliardi sono le risorse messe a disposizione con la Legge di Stabilità 2016, ma rimaste bloccate da un anno e mezzo per la mancata approvazione del Contratto al Cipe; poi ci sono circa 6 miliardi di euro di nuove risorse stanziate per opere Anas negli strumenti di programmazione dei fondi Fsc 2014-2020 (in particolare il Piano operativo Mit da 11,5 miliardi approvato dal Cipe nel dicembre 2016). Altre risorse per circa 3,4 miliardi di euro erano già disponibili prima del 2016 e si tratta di opere già in corso.
Riassumendo, dunque, la parte nuova che si potrà sbloccare dopo l'approvazione Cipe ammonta a 12,4 miliardi di euro. E non è poco.

Il comma 870 della legge di Stabilità 2016 prevede l'approvazione finale del Contratto da parte del Cipe, un iter che però si perfeziona solo con la formalizzazione della delibera, la registrazione da parte della Corte dei Conti e la pubblicazione. Si arriverebbe così a fine anno, più o meno, ma il decreto legge 24 aprile 2017, n. 50 convertito (in vigore dal 23 giugno scorso), prevede la possibilità del Ministro delle Infrastrutture, una volta approvato il Contratto al Cipe (fine agosto), di autorizzare l'Anas a utilizzare in anticipo il 20% dei finanziamenti 2016 (1.280 milioni di euro su 6.400), un quarto per la progettazione e tre quarti per i lavori.

La novità del contratto, prevista dalla legge 28 dicembre 2015, n. 208, articolo 1 comma 870 ma rimasta lettera morta per un anno e mezzo per le perplessità del Ministero dell'Economia, è soprattutto che da oggi in poi (dal 2019, in realtà, così prevede il testo) i finanziamenti statali all'Anas, come concessionario, non saranno più a fondo perduto, e fissati in modo arbitrario di anno in anno, ma si baseranno su parametri base condivisi in relazione ai km di strade gestite (l'Anas sta per aumentare di molto il "perimetro" con il Dpcm che a settembre-ottobre riporterà alla società statale delle strade trasferite alle Regioni vent'anni fa con le leggi Bassanini) e soprattutto saranno "corrispettivi" variabili.

Una prima parte del corrispettivo sarà per il servizio, e sarà variabile sulla base di parametri di qualità del servizio stesso
Una seconda parte del corrispettivo sarà per finanziare gli investimenti previsti nel programma, e sarà variabile sulla base di indicatori effettivi di traffico rilevati sulla rete Anas. Il "rischio traffico" sarà dunque trasferito all'Anas (bisognerà capire in quale forbice di varibilità effettiva).

LO SCONTRO NARS-ANAS
Scontro venerdì in pre-Cipe sulle prescrizioni del Nars (Dipartimento programmazione, presidenza del Consiglio), in particolare su quella che ha chiesto di modificare il metodo di calcolo delle "somme a disposizione" nelle gare di lavori, la quota cioè che non va a base d'asta e che serve a coprire le spese Anas (espropri, imprevisti, contenziosi, etc...).
In genere le prescrizioni del Nars vengono trasferire pari pari nella delibere Cipe, a meno che si opponga un ministro, ma questo (dato il tenore iper-tecnico dei pareri) non avviene mai.
Ebbene, il Nars proponeva di passare dall'attuale calcolo di una percentuale del valore a base d'asta, a una percentuale che si avvicinasse al valore di aggiudicazione. Il presidente Anas si è molto irritato per questa prescrizione, anche perché era già stato concordato di abbassare il tetto massimo dal 13 all'11,2%. Quelle sono spese fisse - ha sostenuto l'Anas - non c'entra nulla l'eventuale ribasso in gara. Osservazione che ha fatto in parte breccia, portando al seguente compromesso: il calcolo sarà sulla base d'asta, ma nessun aumento ulteriore potrà essere chiesto dall'Anas (come invece si può fare oggi), neppure in caso di aumento di costi dell'opera per varianti.
Compromesso che ha fatto comunque uscire infuriati i rappresentanti Anas dalla riunione.

CONTRATTO RFI
Il Contratto di programma 2017-2021 andrà al Cipe per il parere, poi - in base all'iter di legge - sarà sottoposto ai pareri delle Commissioni parlamentari Trasporti, infine approvato con decreto Mit-Economia e registrato dalla Corte dei Conti. Insomma, il solito iter che secondo le previsioni di Rfi - spiegate dall'Ad Maurizio Gentile a Edilizia e Territorio nel maggio scorso - «deve concludersi entro la fine dell'anno». "Deve" – ovviamente – per rispettare la tabella di marcia Rfi degli investimenti (si veda il grafico allegato), che per il 2018 prevede una spesa da far salire a 4,7 miliardi, contro i 3,6 del 2015 e i 4,2 miliardi del 2016 e la stessa cifra (4,2 mld) prevista per il 2017.
I nuovi finanziamenti per gli investimenti di Rfi arrivano quest'anno, per la prima volta, dal Dpcm che distribuisce il fondo Investimenti di cui al comma 140 della legge di Bilancio 2017, e non direttamente (come sempre stato negli anni scorsi) dalle tabelle della legge di bilancio. Il Dpcm, firmato da Gentiloni il 29 maggio, ha ricevuto l'ok parlamentare a metà luglio ed è ora in registrazione alla Corte dei Conti, e dovrebbe ricevere l'ok di legittimità dell'organo di controllo (che ha 30 giorni) entro l'inizio di agosto (il 4 o l'8), quando è prevista la seduta del Cipe. I tecnici di Palazzo Chigi spiegano che questa registrazione dovrebbe essere indispensabile, in punta di diritto, per poter dare parere favorevole al Contratto Rfi, ma che tutto sommato è pensabile anche una sedutra che approvi il CdP Rfi, "nelle more" della registrazione del Dpcm, anche perché dopo la seduta passa almeno un mese/un mese e mezzo prima della formalizzazione della delibera.

TORINO-LIONE
Oggi al Cipe anche l'autorizzazione a Telt a procedere con gli appalti della Torino-Lione per lotti costruttivi (si veda il servizio).

AUTOSTRADE
Nei giorni scorsi sono andate in Gazzetta le delibere Cipe del 10 agosto 2016 sugli addendum contrattuali delle concessionarie autostradali Autovie Venete, Sitaf, Cisa, Brescia-Padova, Salt, Autostrada dei Fiori, Sav, Cav, Tangenziale di Napoli, Torino-Savona. Un anno fa il Cipe dette solo pareri, che la Corte dei Conti ha poi chiesto di trasformare in delibere. Nelle sostanza il Cipe, su parere Nars, bocciava le proposte concordate tra Mit e società, di calcolare il Wacc (tasso di congrua remunerazione del capitale nei mercati di riferimento), parametro base per calcolare le tariffe, sulla base dei tassi di interesse vigenti al momento della proposta al Mit, che risale a seconda dei casi anche al 2013-2014 . Tassi molto più alti di quelli di oggi, che regalerebbero alle società tassi di rendimento e tariffe molto più alti (forse) del dovuto. Questo il ragionamento del Cipe. Ma le società obiettano che i progetti sono rimasti fermi due anni al Mit, non per colpa loro, e questo ha causato loro danni economici per la mancata possibilità di effettuare investimenti e aumentare le tariffe.
Il compromesso, che potrebbe finire oggi in una delibera regolatoria di carattere generale, che fissi regole "di compromesso" sul tema tassi di interessi di riferimento, sulla base dei quali, da settembre, Mit e società autostradali potranno concordare gli aggiornamenti quinquennali delle convenzioni.
In termini pratici: le convenzioni proposte nel 2016, sui tassi "originari", prevedevano un wacc in media del 9,5%; con i tassi di oggi si arriverebbe al 6,5-6,8, l'idea del Cipe è prevedere un metodo di calcolo che - tenendo conto dei costi che il fatore tempo comporta alle società - possa portare a un aumento "bonus" del wacc non superiore all'1%, dunque farlo salire al massimo al 7/7,5%.

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