Appalti

Lavori delle concessionarie, alt di Cantone: 80% in gara dal 18 aprile 2018

di Mauro Salerno

Nessuno slittamento dei termini per l'obbligo di mandare in gara l'80% degli appalti delle società concessionarie, a cominciare dai lavori sulle autostrade. A partire dal 18 aprile 2018 tutte le società, titolari di un rapporto di concessione, dovranno garantire il rispetto del principio che, in base al nuovo codice dei contratti pubblici (Dlgs 50/2016), le obbliga a mettere sul mercato l'80% degli appalti, riservando al massimo una quota del 20% agli affidamenti in house, cioè realizzati tramite società controllate, come accade spesso proprio nel settore autostradale.

È questo il "cuore" del parere con cui il presidente dell'Anac Raffaele Cantone ha risposto alla richiesta arrivata dal ministero delle Infrastrutture sull'interpretazione delle nuove norme che hanno innalzato dal 60% all'80% la quota di appalti da affidare con gara, concedendo alle concessionarie 24 mesi per mettersi in regola, a partire dalla data di entrata in vigore del nuovo codice (18 aprile 2016).

Il dubbio, espresso da Porta Pia, riguardava la precisa perimetrazione degli obblighi da far scattare il prossimo 18 aprile. Nell'interpretazione del Mit, più favorevole alle concessionarie, entro quella data le società avrebbero dovuto semplicemente presentare un piano di adeguamento alle nuove norme. Mentre l'impegno a rispettare il nuovo limite dell'80% in gara avrebbe dovuto riguardare soltanto gli appalti relativi ai piani concordati con i concessionari dopo il 18 aprile 2018. Dunque, con la possibilità di mettersi in regola con le nuove disposizioni nei cinque anni successivi.

Per Cantone, invece, le nuove regole vanno applicate subito. Con la conseguenza che a partire dal 18 aprile 2018 le società concessionarie dovranno dimostrare di essersi pronte a rispettare il nuovo sistema. Da quella data scatteranno anche i controlli, che il nuovo codice affida all'Anticorruzione invece che alle Infrastrutture. E che saranno condotti sulla base di linee guida che l'Anac ha già cominciato a studiare.

Al di là dei tecnicismi giuridici, si tratta di una differenza non da poco in termini economici. Che impatta su un mercato capace di muovere appalti per centinaia di milioni ogni anno. Non a caso, contro la decisione di innalzare la soglia minima degli appalti da mandare in gara, si sono più volte sollevati anche i sindacati delle imprese di costruzione controllate dalle società concessionarie, che paventano un'ondata di licenziamenti, a causa dei nuovi paletti, più restrittivi, sugli affidamenti in house. Proprio su questo punto, solo 10 giorni fa, i sindacati avevano ottenuto un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda.

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