Appalti

Appalti e garanzie, la Guardia di Finanza scopre mezzo miliardo di polizze «carta straccia»

di Roberto Galullo

Oltre 550 milioni di carta straccia spacciata per polizze fideiussorie.

Nella catena di false garanzie sono stati imprigionati per un anno una trentina di soggetti, per lo più imprenditori, attratti dal prezzo estremamente competitivo delle polizze ed enti pubblici, beneficiari in caso di danni ambientali e sinistri nei settori della gestione dei rifiuti e degli appalti. Senza fideiussioni non è infatti possibile perfezionare adempimenti ed obblighi previsti dalla legge.

La catena è stata spezzata dal Gruppo di investigazione sulla criminalità organizzata del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Brescia, delegato dalla locale Procura.

La cabina di regia portata alla luce dall'operazione “Garanzia” – che ieri ha condotto alla denuncia di 11 soggetti, accusati a vario titolo di associazione per delinquere, truffa e illecita intermediazione assicurativa con l'aggravante della transnazionalità – era a Latina dove un cittadino italiano (arrestato) riusciva a pilotare e gestire i falsi rapporti obbligatori. La sponda era a Londra, dove agiva un rumeno (anch'egli arrestato) formalmente intestatario delle società, vere e propri cloni, a partire da nome, loghi e ragioni sociali, di società italiane protagoniste credibili e affidabili nel campo assicurativo.

Non era questo l'unico artificio capace di trarre in inganno. Tutte le polizze erano infatti dotate di postille che rimandavano all'esercizio dei diritti ma la rogatoria internazionale con il Regno Unito non ha ancora chiarito gli aspetti giuridici. La ciliegina sulla torta del meccanismo era la spedizione postale da Londra, che ammantava l'operazione di un'aurea di credibilità internazionale.

Per perfezionare il meccanismo, i due, potevano contare anche su una sorta di broker-grossista, che piazzava le polizze a basso prezzo. Per i tre soggetti della catena di comando è stato disposto il sequestro di beni per 640mila euro. «Non sappiamo ancora se dietro questa associazione a delinquere – spiega al Sole-24 Ore Marco Thione, comandante del Nucleo di polizia tributaria della Gdf di Brescia – ci sia la criminalità organizzata ma non possiamo escluderlo. A chiarirlo saranno le indagini».

La ragnatela ha invischiato anche i beneficiari – i cui rischi erano garantiti da carta straccia – quasi tutti enti pubblici o società partecipate. Ad esempio la Regione Lombardia e la Provincia di Brescia (17,5 milioni).

«Oltre alla cifra elevatissima e alla garanzia per la collettività sulla quale sarebbero ricaduti i costi – conclude il comandante Thione – è giusto dire che questa operazione tutela le società assicurative, spazzate via da costi fortemente concorrenziali, con conseguente alterazione della libera concorrenza nella vendita di fideiussioni e tutela gli enti pubblici, che non avrebbero visto riconosciuto il premio assicurativo in caso di sinistri che, per fortuna, non si sono mai verificati».

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