Appalti

Faro di Cantone sul contenzioso Anas: 10,6 mld di richieste, inefficienze, quadro critico

di Mauro Salerno

«Un quadro critico», che evidenzia «un'azienda oberata sul piano economico e amministrativo dal contenzioso con i propri appaltatori». È la valutazione con cui Raffaele Cantone, numero uno dell'Anac, conclude l'attività di ispezione sui contratti Anas. Lo scenario che ha indotto l'Anticorruzione a chiedere un supplemento di indagine, richiedendo alla Spa delle strade «una dettagliata relazione di aggiornamento sullo stato del contenzioso pendente e definito al 31 dicembre 2017» emerge dalla delibera n.643/2017 appena pubblicata dall'Authority guidata dall'ex magistrato. Il documento finale, oltre che al presidente della società Gianni Armani è stato anche inviato alla Corte dei Conti e alla Procura della repubblica di Roma «per i profili di eventuale competenza».

Il faro acceso da Cantone sul contenzioso Anac riguarda il rispetto delle norme nella gestione del contenzioso con le imprese relativo soprattutto ad accordi bonari e transazioni, attivati nella fase di esecuzione dei lavori tra il 2012 e l'ottobre del 2015. Alla fine di questo periodo, l'Anas si trova a dover gestire un contenzioso con le imprese di ben 10,6 miliardi «di cui 8,6 Mld/€ relativi a riserve iscritte sui lavori (servizi di ingegneria, fase di gara e fase di esecuzione) e 2,0 Mld/€ per espropri, indennizzi, gestione del patrimonio, responsabilità civile verso terzi, ecc.».

Numeri non nuovi per la verità. E denunciati in prima persona dalla nuova gestione dell'Anas che ha messo da tempo mano a un piano straordinario per la risoluzione del contenzioso con le imprese. Anche in vista della possibile integrazione in Ferrovie. Non è un caso che con la manovrina di primavera sia anche stato sbloccato un finanziamento da 700 milioni per chiudere tutte le partite aperte con le imprese. A prima vista sembrerebbe una dota insufficiente. In realtà dovrebbe bastare alla bisogna, visto che come riconosce anche l'Anac, nella media «le richieste risarcitorie sono molto elevate rispetto all'importo del contratto, con punte fino al 300%, mentre gli accordi vengono raggiunti per importi notevolmente inferiori, con una media di circa il 13-14% del petitum per gli accordi bonari definiti dalla Commissione ex art. 240 del d.lgs. n. 163/2006 e di circa il 18% per quelli conclusi su proposta del Responsabile del Procedimento». Insomma, secondo Anac e Anas, le imprese tendono ad alzare la posta, ma poi finiscono per accontentarsi del 15% di quanto richiesto. È anche alla luce di questa novità che si spiega la richiesta di Cantone di ottenere un supplemento di documentazione a fine anno.

Oltre che sulle quantità, gli appunti di Cantone si riferiscono in particolari ai ritardi e alle inefficienze con cui in passato la società ha gestito i rapporti conflittuali con costrruttori e fornitori. Esempi? Il direttore dei lavori dovrebbe comunicare immediatamente al Rup quando le riserve iscritte sui libri contabili dalle imprese superano il 10% del contratto. Invece, all'Anas in media ci mettevano perlomeno un anno. E molto spesso in «assenza o carenza di adeguata valutazione della ammissibilità e non manifesta infondatezza delle riserve da parte del Responsabile del Procedimento». Tempi di molto superiori a quelli previsti dalla legge anche per promuovere gli accordi bonari (400 giorni contro i 30 previsti), per formulare una proposta di definizione del contenzioso (200 giorni contro 90 previsti dal Dlgs 163) e per sottoscrivere gli accordi (circa 190 giorni).

Dati che, rileva l'Anac alla luce delle controdeduzioni dell'azienda, «confermano le inefficienze emerse dalla disamina dei procedimenti, pur evidenziando l'introduzione di correttivi alle procedure utilizzate».

Cantone dà atto all'Anas di star tentando di «porre rimedio» alla situazione «con l'attivazione del piano straordinario di deflazione del contenzioso», ma non manca di rilevare che «i ritardi sin qui descritti non si sostanziano solo in un prolungamento in alcuni casi addirittura abnorme della procedura amministrativa ma possono presentare una significativa ricaduta anche in termini economici». Al riguardo, conclude la delibera, «la stessa Anas spa nella citata nota di controdeduzioni n. 146429 del 6.10.2016 quantifica le somme corrisposte a titolo di rivalutazione ed interessi in oltre 31 mil/€ a fronte di circa 278 mil/€ di sorte».

La delibera Anac sul contenzioso Anas

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