Appalti

Relazione Anac/2. All'Authority inviate 4.300 segnalazioni di appalti irregolari

di Giuseppe Latour

Oltre 4.300 segnalazioni ricevute su possibili irregolarità in appalti di lavori, servizi e forniture. Quasi 850 procedimenti avviati per bloccare attività in odore di corruzione. E 149 incarichi pubblici per i quali è stato ipotizzato un conflitto di interessi. Senza contare 32 commissariamenti, 460 pareri di precontenzioso sulle gare e una trentina di protocolli di vigilanza collaborativa, per allargare il perimetro del modello lanciato con l'Expo di Milano. Ieri mattina il presidente dell'Anac, Raffaele Cantone ha presentato alla Camera la sua relazione annuale. Certificando che, dopo tre anni di vita, è «terminata la fase costituente» e il motore dell'Authority (il primo organismo amministrativo anticorruzione nella storia del paese) può finalmente marciare a pieni giri. Anche grazie al riconoscimento di uno status giuridico analogo a quello delle altre Autorità, ottenuto con la manovrina, e all'allentamento dei vincoli di spesa.

Se i numeri fotografano un'Autorità che, mese dopo mese, ha innalzato molti nuovi argini ai fenomeni di corruzione, per Cantone questo non giustifica eccessi di ottimismo, perché «gli effetti positivi si potranno vedere solo nel medio e lungo periodo». Ma, soprattutto, non autorizza la Pa a lasciare l'Anac da sola, perché «non si tratta un organismo che può occuparsi di ogni forma di illegalità e pronunciarsi su tutte le questioni che ci vengono quotidianamente sottoposte». Addirittura, qualche amministrazione sta assecondando «l'idea che gli appalti si possano fare solo con il bollino dell'Anac». L'Authority, però, «non è un consulente e non si può sostituire alle scelte discrezionali della Pa». Anche perché ha molti fronti sui quali lavorare: «L'onda lunga degli scandali e delle indagini giudiziarie non sembra arrestarsi».

Per la pubblica amministrazione, allora, è arrivato un vero appello alla trasparenza. Perché, nonostante gli interventi del Governo (come il Dlgs n. 97 del 2016), «il percorso verso la costruzione di una casa di vetro è tutt'altro che agevole, soprattutto nelle realtà di ridotte dimensioni».Restano molti settori nei quali bisogna ancora lavorare. Sui conflitti di interesse negli incarichi pubblici «è indifferibile una rivisitazione complessiva della materia». Così come servono modifiche robuste alle norme sul "whistleblowing", la segnalazione di possibili illeciti da parte di dipendenti della Pa. Infine, c'è il Codice appalti, in vigore da aprile 2016 e rivisto dopo un anno da un decreto correttivo «particolarmente robusto» che, per Cantone, «contiene qualche novità discutibile», ad esempio sul parziale ritorno all'appalto integrato. L'Anac, a causa delle molte modifiche, sarà costretta a «rivedere le linee guida già adottate», rallentando di molto l'attuazione della riforma.

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