Appalti

Manovra, torna (senza sanzione) il cartellino giallo di Cantone sui bandi illegittimi

di Mauro Salerno

Torna, senza le maxi-sanzioni fino a 25mila euro per i dirigenti, il potere dell'Anac di sollevare un cartellino giallo nei confronti delle amministrazioni colte in fallo nella gestione delle procedure di gara. Come anticipato nei giorni scorsi, il governo ha presentato l'emendamento alla manovra mirato a ripristinare, modificandolo , il potere di «raccomandazione vincolante» nei confronti delle stazioni appaltanti. Le modifiche sono state concordate con Raffaele Cantone, dunque l'emendamento non dovrebbe subire correzioni in Parlamento. Va detto però che in commissione Bilancio alla Camera è stato anche presentato un altro emendamento, firmato dai deputati del gruppo Pd, che punta a ripristinare il vecchio potere cancellato tra le polemiche, facendo rivivere senza correzioni il comma 2 dell'articolo 11 del nuovo codice appalti, abrogato dal correttivo.

La norma sull'Autorità presieduta da Raffaele Cantone (qui il testo dell'emendamento) prevede che ora l'Anac possa agire in giudizio contro i bandi, gli atti generali e i provvedimenti relativi a contratti di qualsiasi stazione appaltante che violino le norme in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi o forniture. Se l'Anac ravvisa gravi violazioni, si legge nel testo, potrà inviare un parere motivato, indicando i vizi di legittimità riscontrati. Se la stazione appaltante non si adegua entro il termine fissato, l'Autorità può presentare ricorso al giudice amministrativo nei successivi 30 giorni. Sarà la stessa Anac con proprio regolamento a individuare le tipologie di provvedimenti e i casi nei quali esercitare tali poteri.

È chiaro che con queste modifiche il potere Anac perde le caratteristiche della«raccomandazione vincolante». Senza sanzione, al massimo, l'ente che non si adegua rischia di difendere le proprie scelte di fronte a un giudice amministrativo. Roba da pane quotidiano per le stazioni appaltanti italiane. Anche se, a differenza degli altri soggetti, l'Anac potrà attivarsi anche dopo la scadenza degli usuali termini per le impugnative. Il termine di 60 giorni per l'invio del parere motivato parte infatti «dalla notizia della violazione» e non dalla data di emissione del provvedimento contestato.

L'emendamento del governo va nella direzione suggerita dal Consiglio di Stato che aveva espresso perplessità sui profili di costituzionalità del potere concesso all'Authority. Proprio Palazzo Spada aveva indicato nel suo parere la via che ora ha scelto il governo: anziché minacciare una sanzione fino a 25mila euro, si indicava la strada del parere motivato di richiamo alla Pa, con conseguente ricorso al Tar in caso di inadempimento.

C'è un altro emendamento del governo che riguarda l'Anac. Anche in questo caso si recupera una norma stralciata all'ultimo momento dalle bozze del decreto correttivo sugli appalti. Si tratta delle misura con cui si stabilisce che l'Anac possa definire con propri regolamenti le norme relative alla propria organizzazione e al proprio funzionamento nonché l'ordinamento giuridico e la disciplina del proprio personale. In questo caso il testo recupera senza correzioni il comma che era apparso nelle bozze del Dlgs 56/2017.

L'emendamento del governo sui poteri Anac

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