Appalti

Fondo Investimenti, alle periferie i primi 800 milioni: ecco il decreto Gentiloni

di Alessandro Arona

Via libera al primo Dpcm per l'assegnazione delle risorse del Fondo Investimenti (comma 14o della legge di Bilancio 2017), come previsto per il Piano periferie degradate. Il decreto del presidente del Consiglio, trasmesso in bozza a inizio aprile alle commissioni parlamentari Bilancio di Camera e Senato, ha ricevuto nei giorni scorsi il prescritto parere, e potrà ora essere firmato dal premier Paolo Gentiloni e quindi inviato alla Corte dei Conti per la registrazione. Un iter non brevissimo, dunque, ci vorrà dunque ancora almeno un mese per sbloccare gli attesi 800 milioni di euro per il piano periferie, mentre gli altri 800 milioni "integrativi" erano stati assegnati con delibera Cipe del 3 marzo 2017 (per la precisione 798,17 milioni), delibera che però non è stata ancora formalizzata per l'invio alla Corte dei Conti. L'intenzione di Palazzo Chigi è quella di far uscire in contemporanea le due tranche da circa 800 milioni per le periferie, risorse che vanno a integrare i primi 500 milioni stanziati con la legge di Stabilità 2016 e che vanno a completare il finanziamento statale richiesto (2,1 miliardi di euro) per i 120 progetti ammessi alla graduatoria (si veda il servizio sul Piano periferie).

Il Dpcm periferie «dispone una prima ripartizione del Fondo per il finanziamento degli investimenti di cui al comma 140 (si veda in fondo), «destinando 270 milioni di euro per ciascuno degli anni 2017 e 2018 e 260 milioni di euro per l'anno 2019».
Come previsto le risorse andranno ai Comuni e Città metropolitane già inseriti nella graduatoria di cui al Dpcm del dicembre scorso, "a scorrimento", e dato che gli altri 798 milioni arrivano dal Fsc (e dunque sono per 603,9 milioni al Sud), questo spiega l'idea del governo di dare un "via libera" congiunto ai due strumenti di finanziamento (delibera Cipe e Dpcm), per non essere costretti a fare zig zag nella graduatoria in base alla territorialità dell'Fsc.

Il Dpcm Gentiloni sulle periferie stabilisce che dovrà essere un successivo Dpcm a individuare, secondo l'ordine di priorità definito con la graduatoria del 6 dicembre 2016, i progetti ai fini della stipulazione delle convenzioni con i Comuni, come avvenuto il 6 marzo con la firma dei primi 24 progetti, finanziati con i primi 500 milioni).
Il Dpcm precisa infine che si applicano la norme del Dpcm Boschi di febbraio per gli anticipi agli enti beneficiari: il 20% all'approvazione del progetto definitivo e poi tranche suiccessive a Sal.

La Presidenza del Consiglio ci fa sapere che altri Dpcm di ripartizione del Fondo investimenti sono in arrivo alla Cemere per il parere nei prossimi giorni. In base allo stesso come 140 le Commissioni Bilancio hanno 30 giorni di tempo per emanare il parere. Ci vorrà dunque almeno un paio di mesi per rendere operativa tutta la ripartizione 2017 del Fondo Investimenti, arriveremo a fine luglio, certo non un grande risultato rispetto all'obiettivo di rilanciare gli investimenti pubblici in tempi rapidi dopo il -4,5% registrato da tutta la Pa (investimenti fissi lordi, dati Istat) nel 2016.

IL FONDO INVESTIMENTI
Il comma 140 dell'articolo 1 della legge 11 dicembre 2016, n. 232 (legge di bilancio per il 2017), ha previsto l'istituzione di un Fondo, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (cap. 7555), con una dotazione di 1.900 milioni di euro per l'anno 2017, 3.150 milioni per l'anno 2018, 3.500 milioni per l'anno 2019 e 3.000 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2020 al 2032, per assicurare il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese nei settori di spesa relativi a:
a) trasporti, viabilità, mobilità sostenibile, sicurezza stradale, riqualificazione e accessibilità delle stazioni ferroviarie;
b) infrastrutture, anche relative alla rete idrica e alle opere di collettamento, fognatura e depurazione;
c) ricerca;
d) difesa del suolo, dissesto idrogeologico, risanamento ambientale e bonifiche;
e) edilizia pubblica, compresa quella scolastica;
f) attività industriali ad alta tecnologia e sostegno alle esportazioni;
g) informatizzazione dell'amministrazione giudiziaria;
h) prevenzione del rischio sismico;
i) investimenti per la riqualificazione urbana e per la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia;
l) eliminazione delle barriere architettoniche.

Per quanto concerne le modalità di utilizzo del Fondo, il citato comma 140 ne prevede il riparto con uno o più decreti del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con i Ministri interessati, in relazione ai programmi presentati dalle amministrazioni centrali dello Stato. Si prevede inoltre che con i medesimi decreti sono individuati gli interventi da finanziare e i relativi importi, indicando, ove necessario, le modalità di utilizzo dei contributi, sulla base di criteri di economicità e di contenimento della spesa, anche attraverso operazioni finanziarie con oneri di ammortamento a carico del bilancio dello Stato, con la Banca europea per gli investimenti, con la Banca di sviluppo del Consiglio d'Europa, con la Cassa depositi e prestiti Spa e con i soggetti autorizzati all'esercizio dell'attività bancaria e creditizia, compatibilmente con gli obiettivi programmati di finanza pubblica.

La a stessa norma prevede la trasmissione degli schemi di decreto alle Commissioni parlamentari competenti per materia e fissa un termine di 30 giorni (dalla data dell'assegnazione) per l'espressione del parere. Tale parere è tuttavia considerato non obbligatorio in quanto, decorso il citato termine, i decreti possono essere comunque adottati.
Lo schema di Dpcm predispone una prima ripartizione, con riferimento alle finalità di cui alla lettera i) del comma 140, relative alla riqualificazione urbana e alla sicurezza delle periferie, rilevando che, con riferimento specifico al programma di riqualificazione delle periferie, la stessa legge n. 232 del 2016 prevede, al successivo comma 141, che – in aggiunta alle risorse già stanziate sull'apposito capitolo di spesa e di quelle assegnate in sede di riparto del Fondo di cui al comma 140 – con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica (CIPE) vengano destinati ulteriori finanziamenti, a valere sulle risorse disponibili del Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC) per il periodo di programmazione 2014-2020, al fine di garantire il completo finanziamento dei progetti selezionati nell'ambito del Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia, di cui all'articolo 1, commi da 974 a 978, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 (legge di stabilità per il 2016).

Il Dpcm periferie

La relazione al Dpcm

Il Dossier della Camera

Per saperne di piùRiproduzione riservata ©