Appalti

Correttivo, «stretta» su progetti e prezzi delle opere: il computo metrico diventa parte del contratto

di Antonio Ortenzi

Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del correttivo appalti (Dlgs 56/2017 ), iniziano a emergere, tra le pieghe delle correzioni e delle integrazioni, vere e proprie novità che aprono nuovi scenari con i quali dovremo abituarci a convivere.

Uno di questi è sicuramente la variazione dell'art. 137 del Dpr 207/2010 (il vecchio regolamento appalti) inerente i documenti facenti parte integrante del contratto, ove non appare il computo metrico estimativo. Anzi, nell'annotazione dei lavori a corpo (art.184, comma 3 del Dpr 207), veniva addirittura ribadito che il computo metrico estimativo non fa parte della documentazione contrattuale.

Con una modifica introdotta all'articolo 32 del codice degli appalti (nuovo comma 14-bis), il decreto correttivo indica ora che i capitolati e il computo metrico, richiamati nel bando o nell'invito, fanno parte integrante del contratto.

La novità di questa norma presta il fianco a varie considerazioni. La prima è che una misura simile può essere rispettata solo ove si rediga un progetto esecutivo. Solo in questo caso la "profondità" delle informazioni è tale da poter presentare un computo delle quantità attendibile al punto tale da inserirle come documento di contratto. Ad oggi quindi, con la nuova legge, essendoci una prevalenza nelle gare dei lavori di progetti esecutivi, ad esclusione dei casi in cui l'elemento tecnologico o innovativo delle opere oggetto dell'appalto sia nettamente prevalente rispetto all'importo complessivo dei lavori (art. 59 bis), possiamo dedurre che, con molta probabilità, buona parte delle riserve che avevano per tema le quantità del computo metrico possano essere risolte, impegnando l'appaltatore che firma il contratto e che quindi accetta anche le relative quantità in maniera formale.

Tutto ciò viene corroborato anche dall'art.83 comma 10 che, trattando il rating d'impresa, evidenzia come siano importanti nel curriculum il rispetto dei tempi e dei costi di realizzazione delle opere, la vocazione al contenzioso dei costruttori (in base ai suoi esiti) sia in fase di gara che in cantiere.

Dalla riflessione appena effettuata si evince come sia rimasto nell'intenzione dei legislatori la volontà di mantenere la centralità della progettazione, responsabilizzando ancor di più i progettisti a computare in maniera pressoché ineccepibile e con uno sguardo attento a tutta la parte dei costi del ciclo intero di vita di un'opera pubblica. I costi principali sono quelli di acquisizione, costi connessi all'utilizzo quali consumi di energia e altre risorse, costi di manutenzione e costi di fine vita dell'opera. Per realizzare tutto ciò, la progettazione esecutiva è fondamentale e il computo metrico ne è parte integrante.

Altra considerazione che potrebbe risultare interessante è quella che il computo metrico entrando a far parte a tutti gli effetti del contratto faccia da "regolatore" al momento delle gare ove vi siano i requisiti del massimo ribasso. Si auspica in tal senso che venga adottata il più possibile l'esclusione automatica delle offerte anomale in maniera tale che la parte vincolante verso l'appalto possa essere equilibrata non solo dal ribasso offerto , ma anche da una attenta valutazione delle quantità.

Alla luce della nuova legge e della prossima adozione del Building information modelling, potrebbe essere il caso, visto che il computo metrico dovrà essere redatto sulla scorta di prezzari regionali aggiornati annualmente (art. 23 comma 16), di iniziare a "pensare" a come uniformare a livello nazionale almeno i codici degli articoli delle lavorazioni, in quanto proprio sulla scorta di essi, oltre che dal computare le quantità di progetto, è redatto il computo metrico estimativo. Occorrerebbero inoltre degli indici di produttività oraria per ogni articolo, che permettano di individuare la tempistica per ogni lavorazione. In questo caso la programmazione dei lavori potrebbe essere molto più snella e semplice da effettuare anche dalle nuove generazioni di professionisti che si affacciano al mercato delle costruzioni.

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