Appalti

Ance: rischio di impatto debole sui cantieri per il fondo investimenti nel 2017

di Giuseppe Latour

Il fondo investimenti da 47 miliardi rischia di non avere l'impatto previsto per il 2017. È questa una delle preoccupazioni espresse ieri dall'Ance nel corso dell'audizione presso la commissione Bilancio della Camera sulla legge di conversione della manovrina. Il decreto 50/2017, secondo i costruttori, presenta diversi punti forti, ad esempio nelle parti che sostengono gli investimenti a livello locale o che rafforzano l'impegno nelle aree terremotate. Ma anche qualche zona d'ombra, ad esempio in materia fiscale: non piacciono il mantenimento delle clausole di salvaguardia e l'allargamento del raggio d'azione dello split payment.

Il ragionamento dell'Ance parte proprio dal fondo investimenti della presidenza del Consiglio. «Non si può non esprimere preoccupazione per la tempistica di attribuzione delle risorse, che sta mettendo a rischio il significativo contributo che il Fondo dovrebbe fornire per il rilancio degli investimenti nel 2017». Al di là della norma che attribuisce 400 milioni del fondo alle Regioni, «a quattro mesi dalla sua istituzione, si ancora è in attesa dei principali provvedimenti di ripartizione delle risorse, dai quali dipende l'avvio della realizzazione degli interventi, e solo il 24% delle risorse del 2017 sono state attribuite».

Non è l'unico ritardo denunciato dai costruttori. «Un'altra norma prevista nel decreto legge che potrà consentire di avviare nuovi investimenti aggiuntivi, è quella che stabilisce il riparto e le modalità di utilizzo degli spazi finanziari destinati alle Regioni dalla legge di bilancio 2017 per un importo complessivo di 500 milioni di euro». Va, però, evidenziato che «la ripartizione viene effettuata con un mese e mezzo di ritardo, rispetto a quanto previsto dalla legge di bilancio, per effetto della deroga proposta, mettendo a rischio il raggiungimento degli obiettivi fissati per il 2017». Insomma, poche risorse saranno spese quest'anno.

Sul fronte dell'Anas è positiva la norma che consente, nelle more dell'approvazione del Contratto di programma 2016-2020, di avviare investimenti di manutenzione straordinaria per un importo pari a circa un miliardo di euro e attività di progettazione di interventi per circa 330 milioni. «Tuttavia, rimane necessario superare le difficoltà che impediscono l'approvazione del suddetto Contratto di programma e che hanno bloccato, da oltre sedici mesi, l'utilizzo di 6,6 miliardi di euro stanziati per le manutenzioni e per l'avvio di nuove opere».

Infine, c'è la parte fiscale. Qui l'Ance esprime «forte preoccupazione per il mantenimento, seppur in misura parziale, delle "clausole di salvaguardia", secondo le quali le aliquote Iva vigenti subirebbero dal 2018 un innalzamento dall'attuale 10% all' 11,5% e dal 22% al 25%». Ma, soprattutto, critica la proroga e l'ampliamento dell'ambito applicativo dello split payment. «Per le imprese che operano nel comparto dei lavori pubblici, le conseguenze di queste ultime modifiche determineranno un ulteriore incremento esponenziale del credito Iva, che non verrà più loro corrisposta non solo nei rapporti con la pubblica amministrazione ma anche nei rapporti con tutte le società a partecipazione statale e locale».

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