Appalti

Fondi Ue, chiuso il ciclo 2007-2013. L'Italia perde 162 milioni e rischia per altri 972

di Alessandro Arona

Il 31 marzo 2017 è scaduto il termine ultimo per la chiusura della programmazione europea 2007-2013, per la certificazione delle spese sui fondi strutturali (Fesr e Fse) effettuate entro il 31 dicembre 2015 dai paesi membri beneficiari. Anche l'Italia ha naturalmente inviato tutta la documentazione alla Commissione Ue, e i dati mostrano che a fronte di investimenti programmati per 45.781 milioni di euro, il valore complessivo cioè di tutti i Pon e Por 2007-13 (di cui 27.940 milioni di fondi europei e 17.841 di co-finanziamento nazionale), le Autorità italiane (Ministeri, Regioni, etc...) dei Programmi operativi hanno certificato complessivamente spese pari a 46.242 milioni il 101% del totale.

Obiettivo raggiunto, dunque? Anzi, superato?

Non proprio, perché gli obiettivi di spesa devono essere raggiunti programma per programma, e non come media.

Si scopre dunque che sono sette i programmi che non hanno raggiunto il 100% della spesa, per un ammontare complessivo di 162 milioni di euro di minore spesa rispetto al programmato (sono i Pon e Por che, nelle tabelle a pagina 2 e 3 del documento, hanno un valore di spesa "maturato" inferiore al programmato). Queste risorse sono state perse dall'Italia, finite nella mannaia del "disimpegno automatico".
Si tratta evidentemente di cifre marginali, ed è peraltro abbastanza frequente che i Paesi non riescano a centrare il 100% di spesa sui fondi Fesr e Fse. Quasi tutto la "mancata spesa" si concentra sulla Sicilia, dove il Por da 3.270 milioni ha mancato l'obiettivo di spesa di 117 milioni (che la Regione perderà).

Ma la vicenda più preoccupante è quella relativa a 972 milioni di euro, relativi al Pon Ricerca e competitività (Ministero Istruzione) che sono stati "sospesi" dalla Commissione europea, ai sensi dell'articolo 95 del regolamento CE 1083/2006, a causa del processo penale in corso al Tribunale di Roma per irregolarità nella gestione dei fondi da parte di un gruppo di funzionari del Ministero dell'Istruzione. Inchiesta poco nota, perché non coinvolge politici o nomi noti, che è entrata da poco nella fase del dibattimento.
In base a tale regolamento la Commissione ha cinque anni di tempo, da ora, per seguire gli sviluppi definitivi del processo, con il potere di non riconoscere in tutto o in parte tale quota di finanziamenti (972 milioni) se coinvolti da condanne penali definitive (ma anche da prescrizioni con presumibile colpevolezza).
In sostanza l'Italia rischia seriamente di perdere questi 972 milioni.

Ricordiamo infine che finora, come da regole europee, la Ue ha pagato in anticipo il 95% dell'ammontare totale dei fondi dei programmi, il 95% cioè dei 27,9 miliardi, mentre ora, una volta verificate le spese certificate dall'Italia il 31 marzo, dovrà erogare il restante 5%, circa 1,4 miliardi di euro, i tempi previsti sono tra la fine di quest'anno e la prima metà del 2018.
C'è naturalmente il rischio che non tutta la spesa certificata, i 46,242 miliardi, venga riconosciuta dalla Commissione. Ma questo lo vedremo nei mesi prossimi.

Fondi Ue 2007-13, report di chiusura

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