Appalti

Dissesto/2. Checcucci (Ambiente): rivedere le intese sulle aree metropolitane

di Giuseppe Latour

Rivedere gli accordi di programma che regolano la messa in sicurezza delle città metropolitane. Per rendere più efficaci i meccanismi di spesa e mettere le risorse a disposizione delle Regioni in maniera più rapida. Gaia Checcucci, direttore generale della Dg che si occupa di salvaguardia del territorio e delle acque, fa il punto sullo stato di avanzamento dei cantieri per il contrasto al dissesto idrogeologico nelle aree metropolitane. E spiega le lentezze di questi mesi con qualche problema che, a monte, c'è stato nella costruzione degli accordi. Adesso bisogna intervenire su rendicontazioni, stati di avanzamento lavori e trasferimento di risorse per accelerare la spesa.

Direttore, che bilancio fa del piano aree metropolitane?
È evidente che i risultati non sono stati entusiasmanti. Quel piano finanziava 33 interventi con 800 milioni. Di quegli investimenti, solo uno è concluso e la maggior parte è ancora in progettazione. Penso che i numeri parlino chiaro.

Qual è stato il problema di quei piani, secondo lei?
Penso ci siano state delle difficoltà nel trasferimento delle risorse. Per adesso c'è stato soprattutto l'anticipo del 15% a favore delle Regioni: il trasferimento del denaro procede a rilento. Sotto questo profilo, gli accordi hanno delle rigidità eccessive che stanno venendo a galla. Il governatori ci hanno già chiesto di rivedere quei testi.

A che rigidità pensa?
Gli aspetti sono vari, ma penso ad esempio alla rendicontazione e al trasferimento delle risorse. Se i soldi mi arrivano in meno tranche, magari quattro anziché cinque, posso effettuare le rendicontazioni in maniera meno frammentata. Il vero salto della spesa si ottiene quando trasferisco le risorse e poi spingo perché vengano impiegate. Anche se va fatta una precisazione.

Quale?
Noi siamo disponibili a rivedere i meccanismi dei Dpcm, mettendo a disposizione delle Regioni più velocemente le risorse, ma dico anche ai governatori che loro hanno a disposizione molti poteri speciali e che, quindi, li devono utilizzare per attivare i cantieri.

Quindi, modificherete gli accordi di programma?
Sempre in raccordo con l'Unità di missione Italia Sicura, abbiamo già fatto una riunione per intervenire sui meccanismi di erogazione dei fondi. A breve, procederemo a sottoscrivere un nuovo accordo per dare una versione che sia più gestibile. Procederemo, comunque, a un'analisi dettagliata. In alcuni casi risolveremo i problemi con interpretazioni intelligenti che permetteranno di velocizzare la spesa. In altri casi modificheremo gli accordi.

Insomma, puntate ad accordi più leggeri…
Certamente, sì. In questi giorni stiamo preparando un bilancio sugli accordi di programma quadro del 2010. Erano strumenti molto snelli, caratterizzati da un rapporto diretto tra ministero e Regioni. Con quel tipo di assetto abbiamo garantito grande liquidità ai governatori, riuscendo ad avviare o completare l'84% degli interventi.

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