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Terremoto/1. Decreto in aula alla Camera il 20 marzo, più tempo per gli emendamenti

di Massimo Frontera

(articolo aggiornato il 3 marzo)
Il testo del terzo decreto terremoto (n.8/2017) deve essere pronto per l'esame da parte dell'Aula della Camera a partire da lunedì 20 marzo prossimo. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo di Montecitorio, dettando di fatto, i tempi del lavoro che sta svolgendo la Commissione Ambiente, il cui presidente, Ermete Realacci, ha fissato a martedì 7 marzo il termine per presentare proposte di modifica, sei giorni in più rispetto al timing che era stato pensato inizialmente. La decisione fa anche pensare che - senza che ci sia ancora una conferma ufficiale - si vada verso una discussione "monocamerale" anche questa volta, come già successo per i precedenti decreti legge post sisma.
«Ritengo - prevede il presidente dell'VIII Commissione della Camera, Ermete Realacci - che sia probabile che si vada in Aula senza porre la fiducia. In questo caso il governo potrebbe presentare teoricamente emendamenti anche in Aula. Però, per fare un ragionamento più serio mi auguro che li presenti nel lavoro di Commissione, dove lo spazio per gli approfondimenti è maggiore».

Intanto la commissione ha già acquisito molti elementi nel corso del ciclo di audizioni svolte tra il 27 e il 28 febbraio. Audizioni in cui sono stati anticipati i contenuti di proposte di modifica in arrivo da rappresentanti istituzionali, in particolare Regioni e Comuni, come pure dalle varie associazioni di imprese e professionisti.

L'attesa maggiore è per le misure di rilancio dell'economia che il governo non ha inserito nel testo del decreto legge varato il 9 febbraio e che si è invece riservato di approfondire per eventualmente integrare il testo nel corso della discussione parlamentare. Le principali integrazioni chieste da Confindustria riguardano appunto il riconoscimento del danno economico, senza distinzioni; cioè un indennizzo da corrispondere sia alle imprese che risiedono nel cratere e che hanno subito danni patrimoniali, sia alle imprese che risiedono nel cratere e che non hanno subito danni patrimoniali, sia ancora alle imprese fuori dal cratere e che non hanno subito danni patrimoniali.

Per rilanciare l'economia del Centro Italia, Confindustria ha poi chiesto l'istituzione di zone franche urbane con relative esenzioni fiscali per un dato periodo, sia pure circoscritte a porzioni limitate da territorio, da scegliere con attenzione.
Da parte sua, il Commissario alla ricostruzione Vasco Errani, nell'audizione di lunedì 27 in Commissione Ambiente, ha confermato che il governo sta studiando misure di sostegno e rilancio dell'economia e che presenterà degli emendamenti in questo senso.

Il governo sta prendendo in considerazione anche alcune richieste avanzate dai sindaci Abruzzesi, che ieri Roma sono stati ricevuti da una delegazione del governo. «La sottosegretaria all'Economia, Paola De Micheli - hanno riferito il presidente della Provincia di Teramo e il sindaco di Teramo - stanno valutando le nostre proposte per uno stop all'imposizione fiscale per le attività produttive colpite dal sisma e l'inserimento nel testo dei danni prodotti dal maltempo».

Le richieste di imprese, sindacati e professionisti
Audizioni in Commissione Ambiente sulla conversione in legge del Decreto Terremoto (n.8/2017). I documenti lasciati alla Commissione da alcune delle rappresentanze che sono state ascoltate tra il 27 e il 28 febbraio

La memoria dell'Ance

La memoria di Confindustria

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